Roma, 5 apr. (LaPresse) – La missione della diocesi di Vicenza in Camerun ha preso il via nel 1973. E’ quanto spiega sul suo blog don Gianantonio Allegri, uno dei due sacerdoti rapiti in Camerun. La base della loro missione si trova presso la diocesi di Maroua. In uno dei post sul blog Allegri spiega di essere tornato in Camerun nell’ottobre del 2013.
“E’ già quasi un mese che mi trovo a Tchere (leggi Cère) – scriveva il 16 novembre 2013 – una delle due parrocchie nel Nord-Cameroun che la Diocesi di Vicenza sostiene con la presenza dei suoi preti: Maurizio e Leopoldo nella parrocchia di Loulou che dista circa una cinquantina di Km da noi; Giampaolo con il sottoscritto a Tchere. Sono arrivato il 10 ottobre scorso dopo un buonissimo viaggio aereo con le 5 ore e mezza da Parigi, meno bene quello su strada: 260 km da Ndjamena (in Tchad) a Tchere fatto da zig-zag per scegliere in quale buca entrare, insomma 6 ore e mezza di penitenza. Ben accolto da Giampaolo e dalle suore della Congregazione di Notre Dame di Montréal (Canada), ho cominciato a guardarmi attorno cercando di capire la nuova vita che mi aspettava”.
“Qui la situazione di sicurezza si è un po’ allentata dopo la liberazione del prete francese l’ultimo giorno dell’anno. Ma ci dicono di essere prudenti comunque… l’esercito nigeriano sembra aver riconquistato le tre province del nord Nigeria, ma i fondamentalisti non sono stati debellati… alcuni, sappiamo, sono fuggiti in Cameroun, alcuni sono stati arrestati, ma sembra programmassero anche il reclutamento in Cameroun. Le forze dell’ordine sono sempre all’erta e le parrocchie sul confine sono sempre presidiate di notte dall’esercito camerunese”. E’ quanto spiega sul suo blog don Gianantonio Allegri, uno dei due sacerdoti rapiti in Camerun, nel post intitolato ‘L’anno nuovo è cominciato molto bene’, datato 8 febbraio 2014.
8 FEBBRAIO 2014. “Eccomi a farmi vivo dopo un po’ di tempo da Natale, un mese! Cosa raccontarvi? A parte un po’ di nostalgia, qui mi sento ‘stabile’ e mi muovo oramai abbastanza bene. Con don Giampaolo c’è una buona intesa e lo apprezzo molto per come agisce e per la sua pazienza (anche nei miei confronti)”. “C’è anche una specie di coprifuoco là sul confine: le moto (mezzo privilegiato per muoversi agilmente) non possono circolare dalle 18 di sera fino alle 6 di mattina. Comunque qui a Tchere non dovrebbero esserci problemi”, conclude il sacerdote.
12 MARZO 2014. L’ultimo post pubblicato da don Gianatonio Allegri sul proprio blog prima del rapimento. “La situazione di insicurezza del territorio non è cambiata: anche se esteriormente qui non si notano particolari allarmanti, è palpabile nel nostro sentire e nelle nostre conversazioni. Sappiamo che al confine con la Nigeria le forze dell’ordine e l’esercito sono impegnati ad assicurare che non ci siano infiltrazioni e il Governatore della regione ha chiesto che se gli europei presenti qui per vari motivi, si spostano in gruppo, devono farsi scortare dalla polizia. Comunque state tranquilli, noi siamo sereni e confidiamo in quel Padre che annunciamo, misericordioso e grande nell’amore”.
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