Messina, richiesto arresto deputato Pd Genovese: peculato e truffa

Messina, richiesto arresto deputato Pd Genovese: peculato e truffa

Messina, 19 mar. (LaPresse) – C’è anche il deputato del Pd Francantonio Genovese, ex sindaco di Messina, tra i nomi degli arrestati per reati tributari nonché per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Squadra mobile di Messina, guardia di finanza e polizia giudiziaria da questa mattina stanno dando esecuzione alla notifica della richiesta di autorizzazione all’esecuzione di misura cautelare personale nei confronti del parlamentare messinese (già in precedenza notificata presso la Presidenza della Camera dei Deputati) e a quattro ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari per quattro soggetti: un commercialista e e tre amministratori di società ed enti legati in maniera diretta o indiretta all’attività gestita da Genovese.

“Genovese è il soggetto che sta al centro di una fitta trama di società e di clienti”. Lo ha detto ai microfoni di Rai News24 il comandante della Guardia di Finanza di Messina, Vincenzo Vellucci. “L’unico scopo – ha spiegato il comandante – era quello di drenare denaro pubblico. I corsi di formazione erano organizzati attraverso i contributi della Regione Sicilia e i fondi europei. Venivano emesse fatture false o rifatte, attraverso società schermo tra Regione ed enti che erogavano formazione cui venivano chiesti servizi. I prezzi ai quali venivano noleggiati attrezzature informatiche e affittati locali erano decisamente superiori a quelli di mercato. La differenza permetteva di lucrare”. La guardia di finanza non ha escluso ulteriori sviluppi.

Ai domiciliari, per la stessa indagine, erano già finite la moglie del deputato del Pd e quella di Giuseppe Buzzanca anche lui, come Genovese, ex sindaco di Messina. I domiciliari sono stati poi revocati, ma contro la revoca c’è un ricorso della procura della Repubblica.

Ai destinatari delle misure cautelari viene contestato il delitto di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate al finanziamento di progetti formativi tenuti da numerosi centri di formazione professionale. Oltre a L.U.Me.N., A.R.A.M. e A.N.Co.L., sono finiti sotto la lente degli investigatori l’Enfap, l’Enaip, lo Ial, Training service, la L&C learning & consulting, la Cesam, la Ecap, la E.S.O.FOP., l’Apindustria e Reti. Le indagini hanno permesso di accertare che i soggetti indagati, attraverso gli enti di formazione e società filtro appositamente create, grazie a prezzi gonfiati per l’acquisto di beni e servizi o a prestazioni totalmente simulate, sottraevano a loro vantaggio i fondi assegnati per lo svolgimento dei corsi di formazione.

Gran parte degli autori dei reati sono risultati tra loro legati da vincoli di parentela o di fiducia. L’onorevole destinatario della richiesta di misura cautelare era il centro degli interessi cui facevano riferimento una serie di enti e società che, con fatturazioni in tutto o in parte inesistenti, rubavano sistematicamente denaro pubblico. Il parlamentare, nel corso del tempo ha acquisito, grazie a una rete di complici riferibili anche alla propria famiglia, il controllo di numerosi enti di formazione operanti in tutta la Sicilia e, parallelamente, di una serie di società di copertura.

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