Firenze, 30 gen. (LaPresse) – “Non ho ucciso Meredith”. Così Amanda Knox in una lettera letta il 17 dicembre in aula dal presidente della Corte d’assise Alessandro Nencini durante l’udienza del processo d’appello bis a Firenze. Amanda ha spiegato perché non si è presentata in Italia per il nuovo processo: “Non sono in tribunale perché temo”, ha scritto, che la procura possa “accecare” la Corte e oscurare la mia innocenza. La missiva, scritta in italiano, fu consegnata dagli avvocati della difesa al tribunale.
“Non ho ucciso. Non ho stuprato. Non ho rubato. Non ho complottato. Non ho istigato. Non ho ucciso Meredith”, ha scritto la Knox nella lettera. “Non sono in tribunale – ha affermato – perché ho paura. Ho paura che la veemenza della procura vi impressionerà, che il loro fumo entrerà nei vostri occhi e vi accecherà. Non ho paura dei vostri poteri di discernimento, ma perché la procura era già riuscita a convincere una corte composta da adulti responsabili e perspicaci a condannare persone innocenti, Raffaele e me”. La ragazza ha sottolineato che sta seguendo il processo attentamente “dato che è in gioco la mia vita”.
Per quanto riguarda le false accuse formulate da lei nei confronti di Patrick Lumumba, Knox è tornata a dire di aver subito pressioni da parte della polizia. Agenti, ha riferito, le hanno fatto firmare una confessione falsa “che non aveva senso e non doveva essere considerata una prova legittima”. La ragazza afferma inoltre che le fu negato il diritto di vedere un avvocato durante le 50 ore di interrogatori che si svolsero nell’arco di quattro giorni esclusivamente in italiano, che lei all’epoca conosceva appena. “Mi hanno mentito, urlato, minacciata, dato due scappellotti sulla testa”, ha dichiarato nell’email.
Nencini ha sottolineato che la lettera non ha lo stesso valore legale di una dichiarazione spontanea fatta di persona in aula. “Chi vuole parlare nei processi, viene nei processi”, ha detto, aggiungendo di doversi fidare delle parole degli avvocati che l’email, stampata su cinque pagine, sia stata scritta davvero da Knox. “Io non l’ho mai vista, non la conosco”, ha concluso.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata