Roma, 9 gen. (LaPresse) – Svolta nell’omicidio di Danielle Fulli, il parrucchiere romano di 28 anni ucciso e ritrovato lunedì 7 gennaio sotto il cavalcavia della Magliana. La squadra mobile di Roma ha fermato un 32enne, Andrea Troisio, che ha confessato il delitto. La svolta, spiega la polizia, è stata possibile grazie alle testimonianze di parenti e amici, e ai tabulati del telefono cellulare della vittima. L’arrestato è un ex tossicodipendente con precedenti per traffico di stupefacenti, rapina e guida in stato di ebbrezza. E’ stato trovato dagli agenti in una comunità di recupero della Magliana.
Secondo le ricostruzione della polizia, Troisio è stata l’ultima persona con cui la vittima si è incontrata la sera del 4 gennaio, giorno della scomparsa. Per la polizia il 32enne avrebbe ucciso l’amico con un punteruolo mentre si trovavano sulla riva del Tevere. Tra i due c’era un legame d’amicizia ma la vittima, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, pretendeva un rapporto stabile e non piu’ occasionale. Questo il movente che avrebbe scatenata la furia omcida.
“I pantaloni abbassati della vittima – spiega il capo della squadra mobile, Renato Cortese – fanno pensare ad un rapporto consumato” tra vittima e carnefice “ma escludo che il delitto sia stato premeditato”
Daniele era scomparso il 4 gennaio e il caso era stato trattato anche dalla trasmissione televisiva ‘Chi l’ha visto?’, dove erano intervenuti anche i familiari.
IPOTESI SEVIZIE PRIMA DI OMICIDIO. Daniele Fulli era stato il compagno di Simone, il 21enne romano che si è tolto la vita lo scorso novembre, lanciandosi nel vuoto dalla sua abitazione al Casilino. “L’Italia – aveva lasciato scritto in una lettera – è un paese libero ma ci sono gli omofobi. Chi ha questi atteggiamenti deve fare i conti con la propria coscienza”. Secondo il gay center Daniele prima di essere ucciso sarebbe stato seviziato. Sul corpo del giovane, che aveva i pantaloni abbassati, c’erano due fori, uno al collo e l’altro all’inguine causati forse da colpi di pistola di piccolo calibro o da un punteruolo. “Considero a questo punto – ha detto Fabrizio Marrazzo, portavoce dell’associazione – che il movente omofobo prenda corpo o comunque sia uno degli elementi rilevanti del caso di Daniele. Auspico una riapertura di questi casi affinché una pagina di storia e di omofobia possa essere finalmente vagliata”.
UNO STRISCIONE PER RICORDARLO. “Ciao Daniele, vogliamo la verità. I tuoi amici”. E’ quanto si leggerà sullo striscione che sarà affisso questa sera alle 21 in via di San Giovanni in Laterano, a Roma, per ricordare il giovane ucciso. L’iniziativa è del Gay Center, l’associazione di cui Daniele Fulli era uno dei volontari, e della Gay Street, comunità che frequentava abitualmente
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