Roma, 18 set. (LaPresse) – Due anarchici considerati i responsabili di molti attentati a Roma sono stati arrestati dai carabinieri del Ros e di quelli del comando provinciale della capitale. Numerose le perquisizioni nei confronti di persone appartenenti alla struttura eversiva Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale). Gli arrestati sono Gianluca Iacovacci, 29 anni, di Frascati, e Adriano Antonacci, 26, originario di Genzano di Roma e residente ad Albano Laziale.

ATTENTATI E RIVENDICAZIONI I giovani sono accusati di una serie di attentati e danneggiamenti ai danni di istituti di credito, esercizi commerciali e sedi periferiche di Enel ed Eni, compiuti in provincia di Roma negli ultimi tre anni. Le azioni eversive di cui i due arrestati sono accusati, pur provocando “pericolo per l’incolumità pubblica”, non hanno mai causato feriti. Tra gli episodi contestati, a vario titolo, ai due indagati, si va dal semplice imbrattamento della vetrina di una pellicceria agli attentati incendiari nei confronti di banche, al sabotaggio di veicoli e macchinari (come avvenuto nel 2011 nella discarica di Cecchina, dove vennero presi di mira alcuni escavatori). Nelle rivendicazioni, fatte spesso attraverso siti Internet dell’area antagonista, gli attentati vengono considerati come forme di solidarietà agli altri militanti della Fai prigionieri e a chi lotta “contro tutti i mostri tecnologici che devastano la Terra”; si sottolinea inoltre l’inutilità di ogni “rivoluzione sociale”, dovendosi invece privilegiare il “percorso informale” e “l’azione diretta”; si evidenzia, infine, il carattere ambientalista e animalista della lotta “contro il dominio devastatore tecnologico e industriale”.

‘SODALIZIO CRIMINOSO’ L’arresto ha evitato “che venissero portati a compimento ulteriori atti eversivi”. È quanto sottolineano gli inquirenti romani, secondo cui la custodia cautelare in carcere è l’unico mezzo per evitare il compimento di altri reati. Ciò perché i due indagati risultano “stabilmente inseriti in un sodalizio criminoso diretto a sovvertire l’ordinamento costituzionale, avvalendosi anche dell’uso delle armi, seppur rudimentali”. Sotto il profilo ideologico i due indagati si inquadrano nell’area “anticivilizzatrice” della Fai che si inserisce nella rete internazionale informale e antiautoritaria di gruppi anarchici, lanciata nel 2010 dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco, che ha portato negli ultimi tre anni al compimento di numerosi attentati in Italia e all’estero, nonché alla gambizzazione dell’ingegner Roberto Adinolfi, avvenuta il 7 maggio 2012 a Genova ad opera del ‘Nucleo Olga FAI/FRI’.

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