Bari, 4 set. (LaPresse) – Una dottoressa di 53 anni, Paola Labriola, è stata uccisa a Bari. Il medico lavorava come psichiatra presso il servizio di igiene mentale di via Tenente Casale 19. Sul posto sono intervenute le volanti della questura che hanno fermato un uomo. La vittima è stata colpita con decine di coltellate su tutto il corpo. Secondo una prima ricostruzione l’omicida, 44 anni, è un suo paziente e aveva appuntamento con lei per una visita di controllo. I fendenti sono stati oltre 30 ma sarà l’autopsia a stabilire il numero esatto. La salma non è ancora stata rimossa dal luogo dove è avvenuto l’omicidio. La donna era sposata e aveva due figli. Sul posto, oltre alle volanti dirette da Giorgio Oliva, anche la squadra mobile. Il magistrato di turno, Baldo Pisani, sta ascoltando alcuni testimoni. Non è ancora stato possibile interrogare il 44enne fermato per l’omicidio in quanto si stanno valutando le sue condizioni di salute.

SINDACO PROCLAMA LUTTO CITTADINO. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, ha proclamato il lutto cittadino nel giorno del funerale della dottoressa. Il primo cittadino si è recato al Sim dove è avvenuto l’omicidio insieme all’assessore regionale alla Salute, Elena Gentile, e al direttore generale dell’Asl di Bari, Domenico Colasanto. “Paola Labriola – ha dichiarato Emiliano – era una donna straordinaria, una psichiatra, una persona capace di grande disponibilità e amore per il suo prossimo che restava in ufficio ben oltre l’orario di lavoro, che ha sempre dato ai suoi pazienti tutto di sé, che aveva una bellissima famiglia, tre figli, una vita normale, una grande voglia di vivere che esprimeva anche attraverso l’amicizia con le sue colleghe. Questa donna straordinaria oggi ha subito un martirio vero e proprio, un martirio mentre lavorava. Un evento di una gravità smisurata che la città non può ignorare perché riguarda tutti e che dimostra l’esistenza di rischi enormi per qualunque ufficio pubblico, sanitario o legato alla gestione del disagio e della malattia. Per questo abbiamo deciso di dichiarare lutto cittadino”. “Si tratta – ha aggiunto Emiliano – di un evento che la città di Bari non può accettare e neanche dimenticare. Ed è questa la ragione per la quale ho chiesto al Prefetto di poter discutere domani, durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, della sicurezza di tutti quegli uffici di carattere socio-assistenziale che fronteggiano il disagio, la povertà e la malattia in situazioni di analogo pericolo. Nell’urgenza e in attesa che la Direzione generale della Asl predisponga, anche su mia richiesta, la sorveglianza di questi uffici, ai quali va garantita adeguata protezione, ho convocato il comandante della polizia municipale e disposto che due agenti sorveglino i due Sim aperti, come misura di rispetto nei confronti dei colleghi e delle colleghe di Paola Labriola che hanno deciso di continuare il loro lavoro, nonostante quello che è accaduto, a favore dei tanti pazienti che oggi, distrutti dal dolore, piangono la morte della loro dottoressa, in quanto uniti da un legame profondissimo”. “È chiaro – ha concluso il primo cittadino – che si tratta in questa fase di un provvedimento di natura più che altro psicologica, in quanto è di tutta evidenza che è impensabile sorvegliare tutti gli edifici ed uffici pubblici, i presidi ospedalieri e i pronto soccorso, tutte le scuole e le situazioni nelle quali esiste un disagio sociale gravissimo che noi sindaci raccontiamo spesso inascoltati, perché stiamo dicendo al resto del Paese che c’è una situazione complessiva insostenibile, ed eventi come questo purtroppo confermano tragicamente questi timori. Non posso che esprimere la gratitudine immensa della città di Bari nei confronti della dottoressa Labriola per il lavoro svolto nella sua vita e per come aveva deciso di dedicarla ai suoi pazienti e al suo prossimo. Sono molto orgoglioso di questa donna straordinaria che da oggi è una martire della Città di Bari, del lavoro e dell’amore per il prossimo”.

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