Rio de Janeiro (Brasile), 22 lug. (LaPresse) – “Sono venuto a incontrare giovani arrivati da ogni parte del mondo, attratti dalle braccia aperte del Cristo Redentore”. Con queste parole Papa Francesco ha aperto il suo discorso a Rio de Janeiro, dove è stato accolto dalla presidente Dilma Rousseff.

“CRISTO HA FIDUCIA NEI GIOVANI”. “Cristo – ha spiegato il Papa – ha fiducia nei giovani e affida loro il futuro della sua stessa missione: ‘Andate, fate discepoli’; andate oltre i confini di ciò che è umanamente possibile e generate un mondo di fratelli. Ma anche i giovani hanno fiducia in Cristo: essi non hanno paura di rischiare con Lui l’unica vita che hanno, perché sanno di non rimanere delusi”.

“GARANTIRE SOLIDE BASI AI GIOVANI”. Ma il suo non è stato un discorso solo teologico. “La nostra generazione – ha sottolineato – si rivelerà all’altezza della promessa che c’è in ogni giovane quando saprà offrirgli spazio; tutelarne le condizioni materiali e spirituali per il pieno sviluppo; dargli solide fondamenta su cui possa costruire la vita; garantirgli la sicurezza e l’educazione affinché diventi ciò che può essere; trasmettergli valori duraturi per cui vale la pena vivere; assicurargli un orizzonte trascendente per la sua sete di felicità autentica e la sua creatività nel bene; consegnargli l’eredità di un mondo che corrisponda alla misura della vita umana; svegliare in lui le migliori potenzialità per essere protagonista del proprio domani e corresponsabile del destino di tutti”.

“BUSSO ALLA PORTA DEL CUORE DEL POPOLO BRASILIANO”. Poi si è rivolto ai brasiliani con delicatezza: “Chiedo a tutti – ha detto – la gentilezza dell’attenzione e, se possibile, l’empatia necessaria per stabilirne un dialogo tra amici. In questo momento, le braccia del Papa si allargano per abbracciare l’intera nazione brasiliana, nella sua complessa ricchezza umana, culturale e religiosa”. “Ho imparato – ha spiegato – che, per avere accesso al popolo brasiliano, bisogna entrare dal portale del suo immenso cuore; mi sia quindi permesso in questo momento di bussare delicatamente a questa porta. Chiedo permesso per entrare e trascorrere questa settimana con voi. Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo! Vengo nel suo nome per alimentare la fiamma di amore fraterno che arde in ogni cuore; e desidero che a tutti e ciascuno giunga il mio saluto: ‘La pace di Cristo sia con voi!'”.

“DALL’AMAZZONIA ALLA PAMPA, NESSUNO ESCLUSO DAL MIO AFFETTO”. E ha concluso così: “Dall’Amazzonia fino alla pampa, dalle regioni aride fino al Pantanal, dai piccoli paesi fino alle metropoli, nessuno si senta escluso dall’affetto del Papa. Dopodomani, a Dio piacendo, ho in animo di ricordarvi tutti a Nostra Signora Aparecida, invocando la sua materna protezione sulle vostre case e famiglie. Fin d’ora vi benedico tutti. Grazie per il benvenuto”.

ROUSSEFF: “LEADER RELIGIOSO ATTENTO ALLA GIUSTIZIA SOCIALE”. “La presenza di Sua Santità in Brasile ci dà l’opportunità di condividere un dialogo su temi che condividiamo”, come diritti umani e povertà, ha detto Rousseff, che è intervenuta poco prima del Pontefice. “Sappiamo – ha aggiunto – di avere qui un leader religioso sensibile per quanto riguarda la giustizia sociale” e “noi lottiamo contro il nemico comune, la disuguaglianza in tutte le sue forme”.

“ACCELERARE I CAMBIAMENTI LANCIATI DIECI ANNI FA”. “I giovani – ha aggiunto – vogliono partecipare alla costruzione di soluzioni ai problemi, vogliono dare il proprio contributo, sono stanchi della violenza, che fa spesso di loro le vittime principali”. “Sappiamo bene che possiamo affrontare nuove sfide” e “che possiamo migliorare la realtà in cui viviamo”, ha affermato la presidente, aggiungendo: “Vogliamo accelerare i cambiamenti che abbiamo lanciato 10 anni fa” e di cui “i giovani brasiliani sono stati protagonisti”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata