Torino, 20 giu. (LaPresse) – Oggi è stato il giorno della seconda prova scritta della maturità per gli oltre 490mila studenti che devono affrontare l’esame di Stato. La seconda prova varia come ogni anno a seconda dell’indirizzo di studi: latino al liceo classico, matematica al liceo scientifico, al Liceo linguistico lingua straniera, al pedagogico c’è pedagogia, al liceo artistico gli studenti si devono misurare con disegno geometrico, prospettiva, architettura. Infine per gli istituti tecnici e professionali ci sono materie tecnico-pratiche che variano a seconda dell’indirizzo.
L’attesa maggiore fin dalla mattina era quella sul nome dell’autore scelto per la versione al liceo classico. Tra gli alunni aleggiava l’ombra minacciosa di Tacito, considerato non a torto complesso da decifrare. Dal plico del Ministero spunta invece il nome di Quintiliano, con la versione intitolata “Omero, maestro di eloquenza”. Il brano è tratto dal decimo libro dell’opera “Institutio Oratoria”. IL volume, considerato il capolavoro di Quintiliano, venne scritto tra il 90 e il 96 d.C. e dedicato a Vittorio Marcello, funzionario della corte di Domiziano, per l’educazione del figlio Geta. Lo scopo di quest’opera è quello di essere un manuale di arte oratoria. Nel brano proposto agli studenti, l’autore sostiene che Omero sia l’iniziatore dell’arte oratoria, sebbene sia un poeta: nell’Iliade, infatti, si trovano passi che pongono le basi dell’eloquenza. Quintiliano spiega come “nessuno potrebbe superare Omero per sublimità negli argomenti di grande importanza e per proprietà in quelli di minore importanza”. L’autore, vissuto tra il 35 e il 40 d.C, era un retore latino e fu il primo stipendiato dallo Stato. L’Institutio Oratoria, la sua opera cardine, ebbe una grande diffusione nel Medioevo grazie al lavoro di recupero dello storico Poggio Bracciolini.
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