Milano, 29 mag. (LaPresse) – I giudici della corte d’Assise e d’Appello di Milano hanno confermato la condanna all’ergastolo, emessa in primo grado, per l’ex compagno di Lea Garofalo Carlo Cosco, il fratello Vito e Massimo Sabatino e Rosario Curcio, entrambi collaboratori della famiglia legata alla ‘ndrangheta, per l’omicidio della testimone di giustizia, avvenuto a Milano il 24 novembre 2009. Per i due fratelli Cosco e per Curcio il sostituto pg Marcello Tatangelo aveva chiesto l’eragastolo. Per Sabatino, invece, aveva chiesto l’assoluzione in base alle rivelazioni del pentito Carmine Venturino, ex fidanzato della figlia di Lea, Denise, che aveva scagionato anche Giuseppe Cosco. Proprio Giuseppe Cosco è stato l’unico tra gli imputati ad essere assolto, come aveva chiesto il pg. Il collegio presieduto da Anna Conforti ha condannato Carmine Venturino a 25 anni e gli ha concesso le attenuanti generiche tenendo conto del fatto che la sua collaborazione con i magistrati ha permesso di trovare i resti carbonizzati di Lea Garofalo in un magazzino del quartiere San Fruttuoso a Monza, a Per lui il sostituto pg Tatangelo aveva chiesto una pena di 27 anni.

Il collegio presieduto da Anna Conforti ha riconosciuto pentito Venturino le attenuanti generiche ma non l’attenuante speciale della collaborazione, che non era stata chiesta neanche dal sostituto pg, secondo il quale la morte di Lea Garofalo non era stato imposto dalla ‘ndrangheta ma dettato dall’odio che Carlo Cosco nutriva verso di lei. La corte ha anche confermato i risarcimenti per le parti civili: 200mila euro di provvisionale per Denise, la figlia di Lea e di Carlo Cosco, 50mila euro alla madre e alla sorella della testimone di giustizia e 25mila euro al Comune di Milano.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata