Roma, 26 mar. (LaPresse) – Arriva la crisi e gli italiani stringono la cinghia anche a Pasqua. Meno uova di cioccolato si compreranno per la tradizionale festa cristiana, mentre resterà stabile invece il consumo dell’agnello, che “nel rispetto del benessere degli animali resterà il prodotto tipico e simbolico dei pranzi pasquali”. Lo scrive la Confederazione italiana agricoltori (Cia) in una nota. “L’agnello – scrive la Cia – nonostante l’annunciato lieve calo dei consumi dovuto alle difficoltà economiche delle famiglie, troverà spazio nei pranzi di domenica prossima e del lunedì di Pasquetta. Un piatto tipico che ha radici profonde nella cucina delle nostre regioni e che, nel rispetto del benessere degli animali, continua a rappresentare un ruolo simbolico ed alimentare per il nostro Paese”.

Sulla questione degli agnelli di Pasqua è già sceso in campo l’Ente nazionale protezione animali, che offre una diversa interpretazione di “benessere” e parla di “strage”, ricordando che nel 2011 sono stati uccisi per le festività pasquali 700mila agnelli.

Secondo la Cia la spesa alimentare per le feste non supererà i 2 miliardi di euro, con una flessione del 7 per cento rispetto al 2012. I tagli si concentreranno sulle uova di cioccolata e sulle colombe, a vantaggio dei dolci fatti in casa. Saranno oltre 130 milioni i prodotti che verranno elaborati e sfornati tra le mura domestiche. Per preparare questi dolci tipici si utilizzeranno – rimarca la Cia – circa 400 milioni di uova fresche, 50 milioni di chili di farina, 20 milioni di chili di zucchero e un milione di chili di miele. A questi si aggiungeranno più di 3 milioni di chili fra frutta fresca (mele, pere, fragole, arance e limoni) e secca (nocciole, mandorle, pistacchi e noci) e 3 milioni di barattoli di confetture e marmellate.

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