Roma, 19 feb. (LaPresse) – Il giudice per l’udienza preliminare Vilma Passamonti ha rinviato a giudizio gli ex amministratori delegati di Alitalia, Francesco Mengozzi e Giancarlo Cimoli, accusati di bancarotta per distrazione e dissipazione. La prima udienza è fissata per il 18 giugno 2013 davanti alla IV sezione del tribunale penale. I fatti oggetto dell’indagine sono relativi al periodo 2001-2007. Secondo il procuratore aggiunto Nello Rossi e i sostituti Stefano Pesci e Maria Francesca Loy, gli ex top manager avrebbero prodotto danni per la compagnia per quattro miliardi di euro. Il gup ha disposto anche accertamenti sul ruolo avuto dalle autorità di governo nel crack di Alitalia. Passamonti ha anche sollecitato all’ufficio del pubblico ministero l’accertamento di una eventuale omessa vigilanza compiuta dal collegio dei sindaci della compagnia aerea.

Assieme a Mengozzi e Cimoli, sono stati rinviati a giudizio per bancarotta altri cinque manager: Gabriele Spazzadeschi, ex direttore del dipartimento amministrazione e finanza, Pierluigi Ceschia, ex responsabile della finanza straordinaria, gli ex funzionari Giancarlo Zeni, Leopoldo Conforti e l’ex responsabile del settore acquisti Gennaro Tocci. Francesco Cimoli, ad della compagnia di bandiera dal maggio 2004 al febbraio del 2007, dovrà rispondere, tra l’altro, di due episodi di aggiotaggio per la diffusione di presunte notizie false al fine di ottenere variazioni del titolo Alitalia sui mercati. L’altro top manager indagato, Giancarlo Mengozzi, ha ricoperto la carica di amministratore delegato di Alitalia dal febbraio del 2001 al febbraio del 2004.

Le contestazioni riguardano reati di bancarotta per distrazione e dissipazione, per un periodo di tempo che riguarda gli anni tra il 2001 e il 2007. Più nel particolare a Cimoli, Spazzadeschi e Ceschia i pm romani contestano la creazione di Alitalia Fly e Alitalia Servizi. A Cimoli, Spazzadeschi, Ceschia, Zeni e Conforti è attribuita, nel 2005 l’acquisizione di Volare Group, Volare Airlines e Air Europe. Ancora a Mengozzi e Ceschia la decisione nell’estate 2003 di cedere Eurofly per 13 milioni di euro e due aerei per 3 milioni (con canoni di affitto che ammontavano a 6). Già su Eurofly si era espressa nel febbraio 2012 la Corte dei conti quantificando il danno erariale relativo all’operazione in 100 milioni di euro, ivi compresa la consulenza che Cimoli affidò alla McKinsey, del costo di 50 milioni di euro.

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