Roma, 30 gen. (LaPresse) – La prima sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso dei parenti dei familiari delle vittime di Nassirya sulla richiesta di risarcimento. Gli ermellini hanno quindi disposto che venga celebrato un nuovo processo in sede civile presso il tribunale civile di Roma. Nell’attentato del 12 novembre 2003 alla base italiana di Nassiriya morirono 19 italiani (12 carabinieri, altri cinque militari e due civili) e 9 iracheni. La sentenza riguarda i ricorsi di 31 parti civili – familiari delle vittime – contro la sentenza d’appello che ha visto assolto il colonnello dei carabinieri Georg Di Pauli, accusato di non aver messo a punto adeguate misure di sicurezza nella base dove avvenne l’attentato. Fu assolto anche in primo grado. La sentenza però riguarda solo i risarcimenti perché nessuno ha impugnato in cassazione l’assoluzione del colonnello.
“Le vittime di Nassirya oggi sorridono da lassù”, commenta Francesca Conte, legale della maggior parte delle famiglie dei militari. “Giustizia è fatta”, dice, sottolineando che “in questi casi avere giustizia è fondamentale pur dopo tanti anni”. “Sono stata la prima – spiega – ad andare alla procura militare. Con la nostra battaglia, che è durata 10 anni, siamo riusciti anche a far togliere il segreto militare dai documenti. Dedico questa vittoria – aggiunge – alle famiglie delle vittime”. “Ora – continua l’avvocato – tutto torna in Corte d’appello per la determinazione del risarcimento. Spero che a questo punto lo Stato si metta una mano sulla coscienza. Non è un caso – conclude – che la sentenza di oggi arrivi subito dopo quella di Ustica”.

