Dalla nostra inviata a Brindisi Denise Faicante
Brindisi, 17 gen. (LaPresse)- Parte stamattina, alle 9,30, nell’aula ‘Metrangolo’ della corte d’Assise di Brindisi, il processo a carico di Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di Copertino, Lecce, reo confesso dell’attentato del 19 maggio scorso davanti alla scuola ‘Morvillo-Falcone’ in cui perse la vita Melissa Bassi, studentessa di 16 anni. I genitori della ragazza, che si sono costituiti parte civile, saranno in aula, così come l’imputato, che torna così sul luogo del delitto. Il tribunale di Brindisi sorge di fatto alle spalle della scuola. L’imprenditore, 68 anni, titolare di un deposito di carburanti agricoli, è in carcere dal 6 giugno scorso ed è l’unico imputato. E’ accusato, in concorso con altri rimasti sconosciuti, di strage aggravata dalla finalità terroristica, detenzione ed esplosione di ordigno micidiale e del tentativo di omicidio a un imprenditore, Cosimo Parato. Vantaggiato ha infatti confessato anche che il 24 febbraio del 2008 ha fatto esplodere, con un telecomando, un ordigno che aveva posto nel cestino della bicicletta di Parato, riducendo quest’ultimo in fin di vita, perchè lo aveva truffato pagandogli gasolio con assegni, per 300mila euro, privi di copertura finanziaria.
Nel processo in corte d’Assise l’accusa ha citato 69 testimoni: tra i testi convocati c’è anche Giuseppina Marchello, moglie di Giovanni Vantaggiato.Decine le parti civili che questa mattina si costituirannoi davanti alla corte. L’accusa sarà rappresentata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, nella persona del procuratore, Cataldo Motta e da suo sostituto Guglielmo Cataldi. E’ lo stesso Motta che toglie ogni dubbio sull’aggravante terroristica. “Siamo stati convinti – dice- della finalità terroristica dall’inizio. Siamo sicuri di ciò che abbiamo scritto. La nostra impostazione è stata condivisa dal gip prima, dal riesame poi e infine dal giudice che ha rinviato a giudizio l’imputato”.
“Vantaggiato stesso – dice ancora il procuratore – ha dichiarato che il suo gesto era destinato a creare allarme e a svegliare lo Stato che non garantiva le vittime della truffa. Se non è una finalità terroristica questa…”. Per l’avvocato di Vantaggiato questo è invece un punto centrale della difesa: “Non è mai esistita la finalità del terrorismo e durante il processo lo dimostreremo”. Inoltre riguardo alla richiesta alla corte di perizia psichiatrica, il difensore ha confermato la sua posizione: “Avvalermi della perizia è un’esigenza difensiva. Io, come credo anche i giudici, ho bisogno di sapere se questa persona ha la capacità di stare in giudizio. Inoltre bisogna capire se, al momento del gesto, aveva la capacità di autodeterminarsi, e la perizia psichiatrica si dispone quando il gesto è abnorme”. Sull’ipotesi di un complice, contemplata nella formula dell’imputazione che prevede il concorso, il legale ha anche ribadito: “E’ fuori di dubbio e assodato: Vantaggiato non ha avuto alcun complice”.

