Dal nostro inviato Fabio De Ponte
Isola del Giglio (Grosseto), 12 gen. (LaPresse) – Si è svegliata sotto un sole quasi primaverile l’isola del Giglio che si prepara alle commemorazioni della tragedia della Costa Concordia. Di nuovo invasa dai media di tutto il mondo, i residenti sembrano ormai abituati. La nave “non dà fastidio, ci fa compagnia”, spiega una donna anziana con un sorriso, rispondendo a una tv tedesca che le fa anche ripetere una battuta, mostrando una certa dimestichezza con le interviste. Non è dello stesso parere una signora che si affaccia dal balcone e racconta: “Da allora il pesce dell’isola non lo mangio più. Poi, per carità, non ci lamentiamo. Questa storia ha anche dato lavoro a tanta gente. Ci sono i pro e i contro”.
“Con i lavori per la rimozione è arrivato tanto lavoro in più”, conferma Danilo, che serve in un ristorante di fronte al porto. “Sì, è vero, però speriamo che la portino via il prima possibile”, interviene una barista. “I gigliesi sono stanchi”, riassume don Lorenzo Pasquotti, il parroco. “Con tutto il rispetto per chi lavora, e di tutte le difficoltà di compiere un’operazione di rimozione mai realizzata prima. Ma insomma c’è tanta stanchezza. Qualcuno dice che la cosa ha portato turismo. Ma non è vero, a luglio c’è stato un tracollo, ad agosto è andata come l’anno scorso”. “Molti turisti venivano al mattino e andavano via alla sera”, spiega Roberto Galli, capo della polizia municipale, “quindi alla fine forse ci hanno guadagnato i commercianti, con qualche cosa da mangiare, qualche ricordino, ma non gli albergatori”.
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