Venezia, 13 dic. (LaPresse) – Undici arresti e sequestri di beni (60 tra appartamenti, negozi, centri massaggi, un hotel, molte auto di lusso e conti correnti bancari) per 20 milioni di euro sono stati eseguiti dai finanzieri del comando provinciale di Venezia e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma.

L’organizzazione criminale italo-cinese, attraverso traffico di immigrati clandestini, sfruttamento della prostituzione ed il riciclaggio, aveva creato un vero e proprio impero economico, colonizzando letteralmente vaste zone del Veneto.

Le pratiche di immigrazione o ricongiungimento familiare di cinesi, in parte poi avviate alla prostituzione, ruotavano intorno a falsi contratti d’affitto, compiacenza di uffici pubblici nell’accettare documenti falsi e verificare residenze fittizie, false buste paga e falsi contratti d’assunzione ed anche conti correnti e mutui intestati a prestanome per nascondere la reale proprietà dei beni accumulati.

In particolare sono state eseguiti 9 custodie cautelari in carcere, 2 arresti domiciliari e 3 divieti di dimora. Si è proceduto inoltre al sequestro di 60 tra appartamenti, negozi, centri massaggi cinesi, un hotel, auto di lusso e conti correnti bancari, per un valore di almeno 20 milioni di euro, che potrebbe aumentare a seguito delle 150 perquisizioni in corso in tutto il Veneto. Il sistema criminale era capeggiato da ‘Luca’ Pan Keke, soprannominato ‘il re di via Piave’, che è arrestato stanotte insieme ai suoi complici. Si era impadronito di intere zone di alcune città venete, iniziando proprio da via Piave a Mestre, una volta ambita zona residenziale, con eleganti palazzi, e oggi interessata da fenomeni di microcriminalità etnica e altre attività illecite, tra cui lo spaccio di stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione nei centri massaggi.

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