Roma, 3 nov. (LaPresse) – I ministri di Giustizia, Sicurezza e Interno di 103 Paesi, oltre 170 polizie provenienti da tutto il mondo, 1000 delegati delle forze dell’ordine. Sono questi i numeri dell’81esima assemblea generale dell’Interpol che avrà inizio lunedì a Roma e andrà avanti fino a mercoledì. “Ognuno di questi numeri è un record mondiale – spiega il capo della polizia italiana Antonio Manganelli -. Dobbiamo ringraziare l’Interpol perché è riuscita a realizzare un vero coordinamento tra forze di polizia di tutto il mondo e a rendere produttivo il loro lavoro”.

È la terza volta, che l’Italia ospita l’assemblea generale, dopo averlo fatto nel 1954 e il 1994. “L’Italia – dice il segretario generale Ronald K. Noble – ha fatto un ottimo lavoro organizzativo. Se l’assemblea si fosse svolta in un altro Paese di certo non avremmo avuto tutto questo successo”. Già lunedì alle 9 è prevista la riunione ministeriale ‘Le sfide poste alla polizia dal fenomeno della violenza criminale contemporanea’. “Verrà affrontato il tema della violenza – spiega Manganelli – dal punto di vista della criminalità organizzata, del terrorismo e della tratta di esseri umani”. Spazio anche al contrasto alla cyber criminalità. “A Singapore – spiega il presidente uscente Khoo Boon Hui – abbiamo creato un nuovo direttorio. Si parlerà anche dei risultati raggiunti, di novità e nuove strategie di innovazione”.

Le polizie di tutto il mondo si metteranno alla ricerca di due grandi ‘tesori’ scomparsi, quello di Gheddafi e quello di Ben Ali. “Lunedì con oltre 100 ministri – spiega il segretario Noble – incontreremo il ministro dell’Interno della Libia per vedere come affrontare il problema del denaro uscito dalla Libia per mano di Gheddafi e della sua famiglia e cercheremo di sciogliere questa matassa, anche grazie all’aiuto del ministro pakistano”. “Siamo anche sulle tracce del patrimonio tunisimo di Ben Alì, ma non vi dico come lo stiamo facendo”, scherza. Si parlerà inoltre di criminalità organizzata. L’Italia presenterà due risoluzioni sull’argomento. “Se è vero che il nostro Paese esporta criminalità organizzata è anche vero che esporta metodo di contrasto – sottolinea Manganelli -. É importante condividere con i Paesi di altri continenti strumenti e strategie. Senza la propulsione dell’Interpol non saremmo arrivati a condividere risultati così importanti”.

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