Potenza 26 ott. (LaPresse) – Uno sciame sismico. Così l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia definisce la sequenza di centinaia di scosse che da mesi colpiscono la zona del Pollino, tra le province di Cosenza e Potenza, dove nella notte, poco dopo l’1, i sismografi hanno registrato un terremoto di magnitudo 5. Una scossa forte, sentita chiaramente dalla popolazione, il cui epicentro è stato individuato 6,3 chilometri di profondità nei pressi dei comuni di Rotonda, Laino Borgo e Laino Castello (in provincia di Potenza), e Mormanno (in provincia di Cosenza). Il sisma è stato seguito da decine di altre scosse, la più forte delle quali di magnitudo 3.3. Paura tra gli abitanti dei molti comuni della zona, che sono scesi in strada per il timore di crolli.

Scuole chiuse anche domani a Viggianello, Rotonda, Trecchina, Episcopia, Latronico, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore, Lauria, Castronuovo S. Andrea e Noepoli. Come stabiliscono le ordinanze comunali, le scuole rimarranno chiuse in attesa delle verifiche di idoneità degli edifici.

La scossa, spiega Gianluca Valensise, esperto dell’Ingv, è “l’ultima, ma anche la più forte degli ultimi due anni: quindi ci preoccupa di più rispetto al passato”. La zona del Pollino “non si differenzia”, per l’esperto, a livello territoriale, da quella che va dalla Toscana alla Calabria. “Quello che però ci preoccupa – continua Valensise – è il numero di scosse” che la zona sta subendo e ha subito”. Il dubbio, spiega, è che quella della notte possa essere considerata il preludio di altre scosse. “Non si conoscono molti terremoti in epoca strumentale – dice Valensise – Rimaniamo, però, col dubbio di capire se queste scosse possono preludere a una scossa più forte. Se ad esempio ci fosse stato un forte sisma del 14esimo secolo, noi oggi non lo sappiamo”.

Per Giuseppe Zamberletti, presidente emerito dimissionario della Commissione Grandi rischi, la situazione del Pollino “già un anno e mezzo fa” era stata oggetto di una riunione specifica proprio della Commissione “perché – spiega – l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ci aveva aggiornato circa lo sciame in corso e fra l’altro si era deciso di aumentare i controlli sul territorio, cioè aumentare le strumentazioni necessarie in una zona dove non sono abbastanza numerose come in altre parti in Italia”.

Il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, si è recato questa mattina sul luogo del sisma, per effettuare un sopralluogo e partecipare alla riunione tecnica del Comitato coordinamento soccorsi convocata dal prefetto Antonio Nunziante, per valutare la situazione nei Comuni lucani del Pollino interessati dal terremoto. “Qui – ha detto Gabrielli – è stato fatto un grande lavoro” perché il territorio, a grande rischio sismico “è stato capace di attrezzarsi. Ciò non toglie, però, l’angoscia e lo stress” alla popolazione. Il capo della Protezione civile è tornato anche a parlare dell’importanza della prevenzione strutturale, “nodo fondamentale” che non deve essere “lasciato da parte.

LE TESTIMONIANZE. “Abbiamo avvertito la prima scossa intorno all’1.05. Stavamo andando a dormire, ma abbiamo sentito tremare tutto: ci siamo subito vestiti con le prime cose che abbiamo trovato e ci siamo precipitati fuori casa”. Maria Pugliese, una ragazza di 33 anni originaria di Mormanno, racconta così a LaPresse il terremoto che nella notte ha fatto tremare il Pollino. Maria si trovava in visita dai suoi genitori, che abitano in una casa a tre piani. “Mio nonno, come tanti anziani del paese – spiega – non voleva lasciare la casa”. Nella notte, racconta la ragazza, sono state almeno tre le scosse di alta intensità percepite tra l’1 e le 5 del mattino. Una notte che Maria ha trascorso in macchina, una Panda 4×4, insieme ai genitori Sergio e Angela. “Abbiamo avuto molta paura – racconta Angelo Cirielli, che vive a Rotonda – abbiamo trascorso la notte in strada, ma fortunatamente, almeno per ora qui non risultano danni nè vittime”.

I SOCCORSI. Imponente la macchina dei soccorsi messa in moto dalla protezione civile e da molte organizzazioni di volontariato. I pazienti ospitati presso un istituto sanitario di Mormanno e una casa di cura di Laino (Potenza) sono stati evacuati e trasferiti presso altre strutture sanitarie della zona, per consentire la verifica di agibilità degli edifici e il rilievo di eventuali danni da parte dei tecnici. Molti cittadini hanno preferito trascorrere la notte nelle tende allestite dalla Protezione civile.

A Vibo Valentia, è attivo un posto medico avanzato della Croce rossa, mentre in Basilicata i volontari sono presenti nel centro controllo servizi interforze di Potenza. I volontari, coordinati dalla sala operativa nazionale, hanno stabilito un presidio fisso nella zona. Il corpo forestale dello Stato sta ancora pattugliando la zona anche con l’ausilio di un elicottero.

I DANNI. I danni principali causati dalla scossa riguardano casolari e vecchi edifici. Per tutelare il patrimonio artistico e culturale della zona, il ministero per i Beni e le attività culturali ha chiesto l’attivazione delle unità di crisi coordinamento regionale (Uccr), presso le competenti direzioni regionali della Calabria e della Basilicata. Squadre di tecnici stanno lavorando per constatare le condizioni degli edifici danneggiati dal sisma, per valutarne l’eventuale necessità di una tempestiva messa in sicurezza e spostamento in luoghi sicuri di quei beni culturali mobili, esposti al rischio di crolli o ad agenti atmosferici. Risultano particolarmente colpiti il comune di Mormanno, dove è stata dichiarata inagibile la chiesa di Santa Maria del Colle, e il comune di Altomonte, dove danni sono stati rilevati al campanile della chiesa di Santa Maria della Consolazione.

I TRASPORTI. Il traffico aereo non ha subito ritardi o variazioni di programma dopo la scossa di terremoto e il traffico è stato regolare sulle strade della zona. Nessun problema particolare sull’A3 Salerno-Reggio Calabria.

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