Roma, 12 set. (LaPresse) – Sono vittime di sgomberi forzati, vivono in misere condizioni in campi autorizzati mentre in quelli ‘informali’ non hanno accesso all’acqua, all’energia elettrica e ai servizi igienico-sanitari. Inoltre sono vittime di segregazione su base etnica e la maggior parte dei rom è esclusa dall’accesso all’edilizia popolare. Questa, in estrema sintesi, è la fotografia scattata da Amnesty International sulla situazione in cui vivono in Italia i rom. La denuncia è contenuta nel dossier presentato questa mattina dal titoloá’La comunità rom ancora segregata e senza prospettive’. Nel documento sono state prese in considerazione soprattutto le situazioni di Roma e Milano dove “nel 2012 centinaia di rom sono stati vittime di sgomberi forzati, rimanendo senza alloggio”.
Nel dossier il dito è puntato soprattutto sull’azione politica di fatto inesistente da quando il Consiglio di stato ha dichiarato illegittima la cosiddetta ‘Emergenza nomadi’, ossia “le leggi d’emergenza che hanno preso di mira i rom in Italia”. Le autorità italiane, denuncia Amnesty, non hanno posto in essere alcun concreto rimedio alle violazioni dei diritti umani causate da tre anni e mezzo di stato d’emergenza. In molti casi, i ripetuti sgomberi – che tra l’altro privano i bambini rom della continuita’ scolastica e spesso determinano traumi e problemi psicologici – hanno costretto i rom a costruirsi baracche in luoghi dove sono costretti a vivere in condizioni ancor più precarie e marginali, in zone infestate da ratti e senza acqua.
L’esempio di Roma: a fronte di 850 persone sgomberate dai campi nei primi sei mesi dell’anno, rifugi di emergenza sono stati offerti solo in 209 casi, tutti riguardanti donne e bambini, che spesso hanno rifiutato per non separarsi dal resto della famiglia. A Milano, oltre 400 persone sono state sgomberate dall’inizio del 2012 a fine luglio.
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