Milano, 11 set. (LaPresse) – Un giovane di 26 anni è morto in ospedale domenica dopo aver tentato il suicidio nel carcere di Opera. “Nel nostro Paese è assurdo che si affronti il tema della situazione carceraria solamente di fronte a fatti dolorosi e gravi come quello accaduto oggi presso il carcere di Opera. Regione Lombardia in questi anni ha messo in campo numerose iniziative e interventi per aiutare la popolazione carceraria e sostenere la polizia penitenziaria, serve però un intervento decisivo a livello nazionale, che riguardi anche i tempi del giudizio e la carcerazione preventiva”. Queste le parole dell’assessore alla Famiglia, Integrazione, Conciliazione e Solidarietà Sociale di Regione Lombardia Giulio Boscagli.
“La nostra Costituzione – ha detto l’assessore – contiene principi di attenzione e rispetto per la persona anche quando è in carcere. La pena infatti è volta al recupero del reo, ma gli oltre 30 suicidi avvenuti nei carceri italiani nel solo 2012 evidenziano come questo sia difficile, innanzitutto per le condizioni di disagio in cui si trovano a vivere le persone detenute e anche il personale penitenziario a causa del sovraffollamento”.
La popolazione carceraria in Lombardia è distribuita in 19 istituti, con picchi di presenze che vanno dai 1.635 di Milano, ai 1.331 di Opera, ai 1.115 di Bollate, fino ai 42 di Sondrio. Gli istituti penitenziari della Lombardia hanno una capienza regolamentare di 5.652 posti; i detenuti presenti nelle carceri sono 9.559, di cui 4.105 sono stranieri (42,9 per cento). Sono quindi presenti nelle carceri lombarde 3.907 detenuti in più di quelli previsti (40,9 per cento).
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