Roma, 2 set. (LaPresse) – “Il ministro Profumo, come Monti e i suoi sodali al Governo, preferisce la politica degli annunci a quella dei fatti concreti. Infatti, anziché per atti formali, procede per interviste. E, purtroppo, spesso un certo tipo d’informazione gli fa da sponda, alimentando un’incredibile confusione. Lo sbandierato concorso della scuola ne è un’evidente manifestazione”. Lo scrive sul suo blog il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
“Profumo afferma che finalmente si aprirà la scuola ai giovani neolaureati e si ringiovanirà il corpo degli insegnanti. Non è vero. I giovani non potranno partecipare a questo concorso. Lo ha confessato lo stesso sottosegretario Rossi Doria. E il corpo insegnante, grazie alle leggi della Fornero, continuerà ad invecchiare. Profumo afferma che i precari vogliono entrare nella scuola ope legis e senza merito. Non è vero. Gli insegnanti precari hanno superato selezioni, hanno frequentato scuole abilitanti e ne hanno superato gli esami, la loro attività di insegnanti è stata valutata quasi ogni anno dall’Invalsi”.
“Profumo afferma che si aprono nelle scuole migliaia di nuovi posti di lavoro, che si accresce l’offerta formativa della scuola. Non è vero. Sono sempre le stesse cattedre che i precari hanno coperto per anni, insegnando ai nostri figli. Una nuova edizione delle vacche di Mussolini. La strombazzata rivoluzione del Ministro Profumo serve solo da cortina fumogena per coprire la politica dei tagli e non tocca minimamente le vere questioni che andrebbero affrontate. La prima di esse è smettere di considerare la scuola un settore da tagliare: occorre quantomeno fermare la politica della Gelmini di riduzione dell’offerta formativa, che ha portato alle classi pollaio, alla riduzione drastica del tempo pieno, a lasciare i disabili senza sostegno, a ridurre le ore di laboratorio e quelle di lezione, addirittura cancellando interi insegnamenti, all’accorpamento scriteriato di migliaia di scuole. E così studenti e famiglie hanno meno scuola e gli insegnanti, i dirigenti e gli amministrativi hanno meno posti di lavoro. Invertire la rotta, restituire alla scuola la sua piena funzionalità, sarebbe la vera rivoluzione”.
“Darebbe una vera risposta alle decine di migliaia di insegnanti della graduatoria a esaurimento, consentirebbe di far partire una nuova stagione di concorsi su posti nuovi per nuovi insegnanti, considerando la spesa necessaria un investimento per lo sviluppo civile e produttivo del Paese. Serio sarebbe da parte del Ministro stabilizzare innanzitutto i precari della graduatoria a esaurimento, consentire il completamento della scuola di specializzazione per i giovani che hanno pagato per frequentarla e aprire per loro i concorsi su nuovi posti di insegnamento. Il Ministro deve rispondere nel merito alle domande che pongono continuamente sindacati, movimenti, studenti e che noi abbiamo voluto raccogliere in una dettagliata interrogazione parlamentare che presenteremo i prossimi giorni”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata