Lipari (Messina), 3 gen. (LaPresse) – E’ stato il raffronto tra minuscole tracce ematiche rinvenute sul luogo del delitto e un campione di saliva prelevato dagli investigatori a incastrare Roberto Cannistrà, pregiudicato di 35 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio di Eufomia Bivona, la 62enne uccisa la sera della vigilia di Natale nel garage della sua casa di contrada Quattropiani nell’isola di Lipari. L’uomo è stato arrestato questa mattina dai carabinieri, dopo che l’esame del Ris ha confermato che il sangue trovato nel garage della vittima apparteneva proprio al 35enne.
Il corpo della donna era stato trovato da alcuni familiari intorno a mezzanotte e immediatamente i carabinieri avevano effettuato i primi accertamenti, che avevano permesso di riscontrare una ferita da arma da taglio sul collo della 62enne. Le indagini, avviate dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto coordinate dal pubblico ministero Mirko Piloni, si erano orientate su più fronti, dall’omicidio premeditato, generato da risentimenti o motivi d’interesse economico, al semplice furto, scaturito nel tragico epilogo, all’impeto di un folle.
Gli investigatori hanno così ricostruito gli ultimi momenti di vita della vittima, avvistata la mattina del 24 dicembre in negozio della contrada. Sono state, poi, stabilite le relazioni parentali, le amicizie, le frequentazioni e le abitudini della donna, interrogando anche molti abitanti dlel’isola. Decisivo per la soluzione del caso, il ritrovamento di minuscole tracce di sangue, non visibili all’occhio umano, repertate nel corso dei rilievi della scientifica di Messina all’interno dell’abitazione della vittima, risultate appartenenti a un soggetto di sesso maschile estraneo alla famiglia della 62enne. Sono quindi stati prelevati campioni di saliva di una sessantina di persone ritenute sospette per cercare una comparazione con il dna trovato sul luogo dell’omicidio. I risultati hanno confermato i sospetti degli investigatori che hanno così arrestato il 35enne, che è stato portato nel carcere di Messina a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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