Torino, 26 dic. (LaPresse) – Trentacinque immigrati sono riusciti a scappare la notte scorsa dal Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Torino di corso Brunelleschi, al culmine di una rivolta che ha coinvolto una sessantina di persone che hanno cercato la libertà la notte di Natale. Sul posto sono intervenute volanti della polizia, che hanno individuato 14 dei fuggitivi. Gli altri sono riusciti a far perdere le proprie tracce. Il gruppo ha divelto le recinzioni, arrampicandosi e poi è lanciato giù dall’alto muro che circonda la struttura.
Da qualche settimana le proteste nel Cie di Torino si susseguono con frequenza, l’ultima tra lunedì 19 e mercoledì 21 dicembre, quando un marocchino è restato sul tetto della mensa per 48 ore per non essere imbarcato sul volo che lo avrebbe rimpatriato. In Italia da molti anni, insieme a tutta la famiglia, spiegava di essere regolarmente impiegato da 3 anni e proprietario di casa e di non potersi allontanare dall’Italia così su due piedi per un permesso non rinnovato. Ieri sera i reclusi nel Cie hanno approfittato, spiegano gli attivisti per i diritti degli immigrati, della riduzione del personale della struttura per le festività natalizie, e del fatto che nessun fabbro era intervenuto per riparare le serrature distrutte la notte della vigilia in un altro tentativo, fallito, di fuga.
I reclusi hanno scavalcato reti e muri contemporaneamente da ogni lato, sbucando su corso Brunelleschi e su via Mazzarello. Alcuni, per scavalcare meglio, si sono perfino serviti di una garitta dei militari spostata di peso a ridosso del muro. Almeno un fuggitivo si è ferito nella caduta ed è stato subito catturato. Altri tre sono stati presi all’interno di un capannone nei pressi del centro, in cui si erano rifugiati. “Pare che la loro cattura – spiegano gli attivisti – sia stata favorita dalla segnalazione di un residente e dalla collaborazione attiva dei vigili del fuoco”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata