Palermo, 20 dic. (LaPresse) – A seguito della ricostruzione dei patrimoni illeciti riconducibili alla criminalità organizzata ed ai responsabili di crimini economico – finanziari, i finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Palermo hanno eseguito in questi giorni alcuni provvedimenti di sequestro emessi dal tribunale di Palermo per un valore complessivo di oltre 1,7 milioni di euro, nei confronti di quattro soggetti. Su due di questi, cui sono stati sequestrati beni rispettivamente per 250mila e 300mila euro circa, gravano le accuse di partecipazione a Cosa Nostra.
In particolare, uno dei due, un palermitano di 46 anni, con precedenti per tentato omicidio, rapina, detenzione e spaccio di stupefacenti, già arrestato e condannato per associazione mafiosa e successivamente assolto in appello, è stato nuovamente arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Addio Pizzo’, perché ritenuto responsabile di aver collaborato con il reggente del mandamento di Resuttana nella gestione del territorio, occupandosi delle estorsioni; il secondo, invece, originario di Ficarazzi (Palermo) di 59 anni, è stato arrestato e condannato ad anni cinque e mesi quattro di reclusione per associazione mafiosa, in quanto organico alla locale famiglia mafiosa e per aver coadiuvato, nel corso delle sue attività criminose, il boss della famiglia mafiosa di Bagheria.
Altro soggetto destinatario di un provvedimento di sequestro, riguardante un patrimonio di valore superiore ad un milione di euro, è un palermitano di 53 anni, già tratto in arresto nel 2007 perché ritenuto responsabile di essersi attribuito fittiziamente la formale titolarità di una ditta riconducibile ad un boss mafioso, il quale ne era invece l’effettivo proprietario. Sebbene assolto dalla suddetta accusa, il Tribunale lo ha ritenuto comunque pericoloso, poiché considerato a disposizione della famiglia mafiosa di San Lorenzo.
Il quarto soggetto, un palermitano di 52 anni, è stato più volte condannato con pena definitiva per emissione di assegni a vuoto e, nel 2009, è stato rinviato a giudizio perché ritenuto responsabile di usura, per essersi fatto corrispondere somme di denaro con l’applicazione di tassi di interesse su prestiti in precedenza concessi sino al 175% annuo e 15% mensile; nei suoi confronti sono stati sequestrati beni per 116.000 euro circa
Le indagini patrimoniali e finanziarie condotte dalle Fiamme Gialle, sono state basate sull’incrocio fra le disponibilità dei quattro soggetti e di quelle formalmente intestate a loro congiunti, il loro tenore di vita ricostruito in base alle spese per consumi ed investimenti, i rapporti di conto e deposito tenuti presso banche ed intermediari finanziari, i redditi ufficialmente dichiarati e gli altri dati contenuti nelle banche dati in possesso degli investigatori.
Le ricostruzioni in tal modo effettuate hanno evidenziato una netta sproporzione fra le ricchezze che i quattro pregiudicati effettivamente gestivano e le loro fonti reddituali lecite, permettendo all’Autorità Giudiziaria l’emissione dei provvedimenti di sequestro. I patrimoni nel complesso sequestrati comprendono 3 aziende commerciali, di cui due di Ficarazzi, operanti nei settori dell’installazione di impianti elettrici e del commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, ed una della zona Mortillaro-Cruillas, operante nel settore edile, nonché quote societarie di una Srl, operante nel settore del trasporto su strada, 5 immobili e 3 box ubicati nelle zone Mortillaro-Cruillas, Zisa e Oreto di Palermo, una porzione di un immobile sito in Carini, un terreno sito in contrada Trabucco di Palermo, un autocarro e varie disponibilità finanziarie presso banche.
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