Mercogliano (Avellino), 15 nov. (LaPresse) – Si terrà il 25 e 26 novembre 2011 dicembre all’Hotel de la Ville d’Avellino, il Nono corso d’interventistica periferica organizzato dalla Clinica Montevergine di Mercogliano. Tema del congresso sarà il trattamento delle problematiche legate alla patologia arteriosa periferica ed a quella aortica. Anche quest’anno il corso ospiterà i più rilevanti esperti nazionali ed internazionali del campo della cardiologia interventistica e della chirurgia cardiovascolare. Come nelle passate edizioni il corso si basa su di una parte teorica e su di una parte pratica. Nella mattinata della prima giornata, dedicata al trattamento endovascolare della patologia valvolare aortica. Proprio presso la Clinica Montevergine è stato eseguita, per la prima volta in Italia, una sostituzione della valvola aortica percutanea per via transapicale. La sostituzione valvolare aortica per via trancatetere è una metodologia innovativa che permette di operare con successo anche pazienti in gravi condizioni, per i quali sarebbe improponibile sia la chirurgia tradizionale sia l’approccio endovascolare percutaneo. La protesi è una valvola artificiale chiusa in un palloncino che è introdotta attraverso un piccolo foro, dal diametro inferiore al centimetro, praticato nell’arteria femorale della gamba o nel torace in corrispondenza dell’apice cardiaco. Finora la sostituzione valvolare aortica con approccio chirurgico tradizionale rappresentava l’unica terapia possibile. Oggi la clinica Montevergine è uno dei principali centri Europei nel campo della sostituzione valvolare aortica per via trancatetetere.

Durante il corso sarà eseguito un caso dal vivo di chiusura del Forame ovale (PFO), la stessa patologia che ha colpito nelle settimane scorse il calciatore del Milan, Antonio Cassano. Un’anomalia cardiaca in cui l’atrio destro comunica con il sinistro a livello della fossa ovale, presente all’incirca il 25-30% della popolazione adulta, e causa possibile di ischemia cerebrale. La chiusura non chirurgica dei Pfo è diventata possibile con l’avvento dei sistemi di chiusura transcatetere, inizialmente sviluppati per la chiusura percutanea dei difetti interatriali (DIA). La clinica Montevergine è uno dei maggiori centri Italiani in termini di numero di chiusure del forame ovale pervio per anno. In particolare, durante il corso gli operatori della clinica Montevergine dimostreranno come la procedura d’impianto possa essere effettuata a paziente sveglio in assenza di anestesia generale. Oltre ad una particolare attenzione al miglioramento della procedura, si in termini di risultati immediati ed a distanza che di confort del paziente, il gruppo di cardiologi interventisti della Clinica Montevergine, guidati dal Prof. Paolo Rubino, è sempre attento alla ricerca clinica in questo campo. Infatti, per la prima volta al mondo, durante il corso della Clinica Montevergine, verrà impiantato un sistema innovativo caratterizzato da una riduzione delle quantità di metallo al minimo necessario ed da una maggiore accuratezza d’impianto. Questo consente di ridurre la probabilità di possibili complicanze a lungo termine e di migliorare, se possibile, i gia ottimi risultati attuali.

Nel corso della sessione pomeridiana del primo giorno si andranno a sviscerare le problematiche legate al trattamento della patologia ostruttiva degli arti inferiori. La malattia arteriosa periferica è una patologia che colpisce le arterie degli arti inferiori causando difficolatà nella deambulazione (claudicatio) ed eventuale gangrena (con conseguente amputazione). La terapia endovascolare offre il vantaggio di evitare le incisioni chirurgiche nell’addome o negli arti poiché può essere eseguita attraverso la semplice puntura di un’arteria con un ago. Purtroppo l’incidenza di reocclusione delle arterie trattate è ancora il tallone di achille della rivascolarizzazione percutanea degli arti inferiori. In questo la tecnologia sta sperimentando sempre nuovi dispositivi per prevenire proprio la reocclusione delle arterie trattate. La clinica Montevergine è all’avanguardia in questo campo di ricerca clinica. In particolare saranno illustrati al congresso tre strategie di prevenzione della reocclusione delle arteria di gamba. La prima si basa sul rilascio nella parete del vaso trattato di farmaci antiproliferativi (Angioplastica con Pallone a rilascio di Farmaco- Drug Eluting Balloon), la seconda sull’impianto di endoprotesi vascolari (Endovascular Graft), la terza sulla rimozione diretta delle componenti fibrocalcifiche della placca durante la procedure (Aterectomia). Novità di quest’anno è proprio l’istituzione di tre simposi dedicati il cui scopo sarà quello di fornire un approfondimento relativo a ciascuna di queste metodiche.

La seconda giornata sarà dedicata prevalentemente al trattamento della patologia ostruttiva delle arterie carotidi. Esistono ora due scelte di trattamento per i pazienti con ostruzione carotidea. La prima scelta è l’intervento chirurgico di rimozione della placca (endoarterectomia) tramite un’incisione praticata alla base della mandibola la seconda è l’angioplastica con palloncino associata al posizionamento di uno stent, attraverso un catetere portato direttamente in arteria carotide interna. Nel corso della mattinata saranno illustrate le corrette indicazioni terapeutiche a ciascuna delle due scelte terapeutiche. In corso di angioplastica carotidea, è necessario impiegare sistemi di protezione del circolo cerebrale che elimini il rischio d’embolizzazione di frammenti di placca. In questo campo la clinica Montevergine è leader mondiale. Presso questa struttura si effettua il maggior numero annuo di angioplastica carotidea al mondo ed i risultati sono riconosciuti a livello internazionale. Proprio in questo campo sono stati pubblicati sulle maggiori riviste internazionali gli eccellenti risultati clinici e le innovazioni sperimentali relative a nuove metodiche di Imaging. Altri importanti argomenti di questo congresso saranno la gestione clinico-chirurgica-endovascolare degli aneurismi dell’aorta toracoaddominale e la rivascolarizzazione delle arterie di gamba come strumento terapeutico nella prevenzione del piede diabetico.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata