Giaglione (Torino), 23 set. (LaPresse) – La manifestazione dei No Tav da Giaglione, in Val di Susa, alla baita che si trova a pochi metri dal cantiere è stata affollata da migliaia di persone (15mila secondo i No Tav, un migliaio secondo la questura) e si è svolta in modo pacifico. Nessun incidente, e nessun taglio delle reti del cantiere, al contrario di quanto programmato nei giorni scorsi dagli stessi oppositori alla Torino-Lione. I manifestanti si sono radunati dalle 10 al campo sportivo di Giaglione, “a volti scoperti e a mani libere”, come promesso. Qualcuno aveva il casco, ma non in testa, appeso allo zaino. Pochi gli amministratori presenti, consiglieri comunali di liste civiche soprattutto.
I sindaci dei 23 comuni contrari alla Tav, insieme al presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, Sandro Plano, sono rimasti al municipio di Giaglione ad aspettare la fine del corteo. C’erano invece, oltre allo storico leader No Tav Alberto Perino, al leader nazionale della Federazione della sinistra Paolo Ferrero e a Giorgio Cremaschi della Fiom, anche i militanti del centro sociale Askatasuna, come Lele Rizzo. Tutti pacifici. La marcia è iniziata alle 11.30. E’ stata violata l’area rossa, quella interdetta dalla prefettura alla circolazione di uomini e mezzi, che non era delimitata da alcun check point.
Il primo sbarramento i No Tav lo hanno trovato dopo un quarto d’ora di marcia, nei boschi della Val Clarea. Una rete alta tre metri presidiata da polizia e carabinieri. Dopo una trattativa tra digos e capi del movimento, le forze dell’ordine sono arretrate e le donne No Tav hanno potuto tagliare un buco nella recinzione, facendosi immortalare dal centinaio di obiettivi presenti di fotografi e cameramen. Il corteo è così andato avanti, fino a un secondo sbarramento, che però ha fatto fare marcia indietro ai No Tav perché troppo alto e di ferro spesso. A quel punto i manifestanti si sono sparpagliati per i sentieri fino ad arrivare alla baita, il loro presidio, distante circa 500 metri dalle reti del cantiere.
Le forze dell’ordine erano schierate a difesa. Qui i No Tav hanno fatto un pic-nic e poi sono tornati indietro. Il loro leader Alberto Perino ha detto: “Ci possiamo ritenere soddisfatti così, torniamo indietro prima che faccia buio. La nostra battaglia continuerà”. Soddisfatto della giornata il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. “La manifestazione – ha detto – si è svolta senza violenze e per questo risultato vorrei sentitamente ringraziare le forze dell’ordine”. Per Sandro Plano “è stata una grande prova di civiltà del movimento, che ha rispettato gli impegni presi alla vigilia di fare una manifestazione pacifica”.
Per il sindaco di Chiomonte Renzo Pinard “oggi tanta gente ha motivo di essere soddisfatta, da parte degli organizzatori c’è stata una tenuta verso i violenti, a dimostrazione che la protesta può essere governata ed essere civile. Le forze dell’ordine hanno fatto un bel lavoro evitando che la parte più violenta prendesse il sopravvento”.
LA DIRETTA
17.45 – Sindaco di Chiomonte Renzo Pinard: Tutti possono essere soddisfatti
“Oggi tanta gente ha motivo di essere soddisfatta. Da parte degli organizzatori c’è stata una tenuta verso i violenti, a dimostrazione che la protesta può essere governata ed essere civile”. Lo ha detto il sindaco di Chiomonte Renzo Pinard. “Le forze dell’ordine – ha aggiunto – hanno fatto un bel lavoro evitando che la parte più violenta prendesse il sopravvento”.
17.40 – Presidente Comunità montana Sandro Plano: Grande prova di civiltà
“E’ stata una grande prova di civiltà del movimento, che ha rispettato gli impegni presi alla vigilia di fare una manifestazione pacifica”. Lo dichiara Sandro Plano, presidente della Comunità montana Val di Susa, al termine della manifestazione dei No Tav.
16.25 – Manifestanti defluicono verso il campo sportivo
Conclusa la manifestazione, i No Tav stanno defluendo verso il campo sportivo di Giaglione, il punto dal quale era partito stamattina il corteo contro il cantiere dell’alta velocità della Val Susa. Una parte dei manifestanti si trova ancora di fronte allo schieramento delle forze dell’ordine che presidia il cantiere. Un gruppo di manifestanti dei centri sociali torinesi ha improvvisato davanti ai poliziotti un concerto con alcune percussioni, cantando “giù le mani dalla Val Susa” e “siamo tutti black bloc”. Non si sono verificati finora incidenti.
15.23 – No Tav rinunciano a tagliare reti cantiere e chiudono manifestazione
Il leader dei No Tav, Alberto Perino, ha tenuto un comizio alla baita vicina al cantiere della Tav e ha proposto alle migliaia di manifestanti che hanno partecipato alla protesta di tornare indietro, senza quindi tagliare le reti come era previsto. “Ci possiamo ritenere soddisfatti – ha detto alla folla – la giornata e’ andata bene, abbiamo scontentato quelli che volevano le botte, quelli che gufavano e che volevano che qualcuno si facesse male, ma nessuno ha potuto farci niente. Abbiamo raggiunto gli obiettivi, chiudiamo la manifestazione e rientriamo a Giaglione. Tra un’ora e mezza è buio e diventa pericoloso stare nei boschi”. La proposta di Perino è stata accolta dalla maggior parte dei presenti: nessuno si è opposto. “La nostra protesta continuerà – ha detto – rifaremo manifestazioni finchè le reti non cadranno”. “Un gruppo di persone è pregato di passare la notte alla baita – ha precisato Perino – è importante tenere questa postazione”.
14.25 – No Tav arrivano alla baita
Centinaia di No Tav sono arrivati alla baita della Val Clarea, la casetta di legno che hanno costruito oltre un anno fa come “presidio contro la Torino-Lione”. Poche centinaia di metri separano la baita dalle reti del cantiere, sotto il viadotto dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Ma un fitto cordone di forze dell’ordine si trova sul sentiero che congiunge la casetta di legno al cantiere. I No Tav stanno facendo un pic-nic.
14.08 – No Tav arrivano vicino al cantiere, sbarramento forze ordine
Centinaia di No Tav, dopo aver percorso diversi sentieri nella Val Clarea, sono arrivati al ponte sopra il fiume Dora, che dista poche centinaia di metri dalle recinzioni del cantiere. Sul ponte sono schierati decine di poliziotti e carabinieri con gli scudi. I No Tav sono fermi davanti a loro, da entrambi i lati del ponte: sventolano bandiere e gridano “siete circondati”. Alcuni sono fermi sui pietroni in mezzo al fiume.
12.57 – Secondo sbarramento polizia, manifestanti vanno per sentieri
Il gruppo principale di No Tav che sta marciando lungo la mulattiera nei boschi della Val Clarea dopo aver tagliato le reti del primo sbarramento di polizia, è arrivato al secondo check point, costituito da una doppia recinzione di ferro alta 4 metri e larga 3. Dietro sono schierati i carabinieri. I manifestanti, quindi, vista l’impossibilità di praticare un buco in questa struttura, sono tornati indietro e stanno percorrendo i piccoli sentieri laterali in direzione del cantiere.
12.43 – Manifestanti superano la rete
I manifestanti stanno superando, uno a uno, attraverso un buco tagliato nella rete metallica, lo sbarramento delle forze dell’ordine. Queste ultime, che fino a poco a poco fa presidiavano la rete, impedendo al corteo di muoversi, si sono spostate in direzione del cantiere. I manifestanti avanzano. La situazione è calma, non si è verificato alcun incidente.
12.37 – Manifestanti tagliano rete sbarramento polizia
Un gruppetto di donne No Tav, quello che si trova in testa al corteo, ha tagliato alcuni pezzi della rete di sbarramento nei boschi della Val Clarea. Gli uomini della digos, dopo aver parlato con i capi del movimento, sono arretrati di qualche metro e stanno consentendo il taglio. Nessuno dei manifestanti sta tentando di sfondare.
12.29 – Testa corteo incontra sbarramento polizia: rete metallica di 3 metri
La testa del corteo principale che sta marciando nei boschi della Val Clarea è arrivata allo sbarramento delle forze dell’ordine, costituito da una rete metallica alta circa tre metri dietro la quale sono schierati gli uomini della digos, a partire dal capo di Torino, Giuseppe Petronzi, della polizia e dei carabinieri. Gli avvocati del legal team, i legali che seguono il movimento No Tav, più alcuni capi del movimento con esponenti del centro sociale Askatasuna si sono avvicinati alle forze dell’ordine per trattare.
12.25 – No Tav: Siamo in 10mila
E’ di diecimila partecipanti la stima dei No Tav della partecipazione al corteo
12.20 – Corteo si divide in due parti
Si è diviso in due il corteo dei No Tav nei boschi della Val Clarea. Una parte di manifestanti ha preso il sentierino dei monaci, piuttosto ripido. Un secondo gruppo, con Alberto Perino e Lele Rizzo, sta percorrendo la mulattiera principale. Su questa strada c’è – ma i No Tav non ci sono ancora arrivati – un posto di blocco delle forze dell’ordine. Entrambe le strade portano alle reti del cantiere.
12.08 – No Tav entrano nella zona rossa
Il corteo dei No Tav è entrato nell’area rossa, senza incontrare, per ora, sbarramenti delle forze dell’ordine. L’area dichiarata con ordinanza prefettizia interdetta alla circolazione di uomini e mezzi inizia dalle frazioni San Giovanni e San Rocco di Giaglione, che sono appena state superate.
11.49 – Cinque anarchici identificati dalla questura
La digos ha identificato a Torino altre cinque persone “dell’area anarchica più radicale di cui due già colpite da provvedimento di rimpatrio da Torino emesso dal questore nel 2010”. Lo comunica la questura. Fra le persone fermate per identificazione e controllate questa mattina, quasi tutte di Torino e provincia, si è registrata la presenza anche di manifestanti provenienti da Mantova, Bergamo, Cuneo e Biella. Secondo la questura di Torino i No Tav in corteo in Val Susa sono 700. “Altre 500 persone circa – scrive in una nota – per lo più donne e bambini, sono fermi pressoáil campo sportivo e la piazza di Giaglione”.
11.37 – Apre il corteo gruppo di donne
Ad aprire il corteo un gruppo di donne della Val di Susa che cantano in coro: “Le donne partigiane ce lo hanno insegnato. Tagliare le reti non è reato”. Lo striscione in testa alla fiumana di manifestanti recita: “Giù le mani dalla Val Susa”. Il leader dei No Tav, Alberto Perino, segnala che circa 400 manifestanti non sono riusciti a raggiungere Giaglione. Si trovano ancora a Bussoleno, spiega, in attesa di alcuni bus che dovrebbero sostituire il servizio ferroviario.
11.29 – Ferrero (Federazione della Sinistra): Sarà corteo pacifico
“Sarà un corteo pacifico, come si è deciso, il movimento ha dato un grande segno di maturità non infilandosi nella trappola dell’ordine pubblico ma affrontando il problema politico”. Così il leader della Federazione della sinistra Paolo Ferrero, tra i No Tav a Giaglione. “La scelta del movimento – ha aggiunto – va appoggiata fino in fondo perché si tratta di un’opera inutile, dannosa e costosa”.
11.29 – Partito il corteo
E’ partito il corteo dei No Tav, a cui partecipano migliaia di persone, pronto a violare l’area rossa in direzione del cantiere della Torino-Lione. Sono presenti, oltre a valsusini, cittadini francesi, soprattutto dalla Savoia e provenienti da altre regioni italiane come il Trentino, anche esponenti del centro sociale torinese Askatasuna e anarchici.
11.07 – Leader storico No Tav Alberto Perino: Siamo estremamenti determinati
“I nostri obiettivi non sono cambiati, andiamo avanti con calma ma con estrema determinazione. Se non ce lo lasceranno fare, ricordo che ci sono 52 domeniche all’anno, il 1 e il 2 novembre, qui siamo in casa nostra”. Così Alberto Perino, il leader dei No Tav, al campo sportivo di Giaglione, luogo di ritrovo della manifestazione No Tav, dove ci sono migliaia di persone. “Non dobbiamo farci male – ha aggiunto – camminate a monte, non attaccati tra di voi, se no se caricano ci facciamo tutti male”. “A sarà dura” (“Sarà dura” in dialetto piemontese, lo slogan storico dei No Tav), ha gridato la folla dopo le sue parole.
11.03 – Chiusa l’autostrada Torino-Bardonecchia
E’ stata chiusa l’autostrada A 32 Torino-Bardonecchia. Una misura preventiva presa dalla questura “in concomitanza con la maggior affluenza regolare di manifestanti prossimi agli svincoli autostradali”. L’autostrada è stata chiusa in entrambi i sensi di marcia, nel tratto compreso tra Susa e Oulx.
11.01 – Da giovedì identificate 419 persone
Da giovedì scorso sono 419 le persone che sono state identificate e 286 i veicoli controllati. Salgono a 11 le persone bloccate ai controlli stradali questa mattina “in possesso di materiale atto ad offendere e idoneo al travisamento”. A Torino, inoltre, informa la questura, sono state sottoposte ad accertamenti altre due persone appartenenti al centro sociale El Paso, di cui una donna trovata con una maschera antigas.
10.58 – Tre denunciati
Tre persone sono state denunciate dalla questura per possesso di oggetti atti ad offendere mentre stavano andando alla manifestazione No Tav.
10.42 – Servizio ordine corteo blocca manifestanti con caschi
Alcuni No Tav che si occupano di fare servizio d’ordine alla manifestazione, in attesa che il corteo parta, si sono messi davanti allo sbarramento delle forze dell’ordine, lungo la mulattiera che passa nei boschi della Val Clarea, pronti a fermare i manifestanti travisati o col casco in testa. Il corteo non è ancora partito. Sono centinaia, oltre mille le persone che si sono radunate finora. Le direttive dei No Tav erano state chiare: “volti scoperti” e “mani libere”, “si tagliano le reti solo al suono del segnale”.
10.33 – Cesoie in vendita
Cesoie in vendita (per tagliare le reti del cantiere) al piazzale del campo sportivo di Giaglione, luogo di ritrovo dei No Tav pronti a marciare verso i boschi che conducono al cantiere violando l’area rossa. Le forbici si possono comprare lasciando un’offerta libera, che serve a finanziare il movimento No Tav. Molti manifestanti portano con sè cesoie finte, di polistirolo, con la scritta No Tav.
9.59 – Anche il presidente della Comunità montana in corteo
C’è anche Sandro Plano, il presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, al raduno dei No Tav a Giaglione, in provincia di Torino. “Abbiamo costituito – spiega – un’unità di crisi al municipio di Giaglione, dove io e i 22 sindaci dei comuni contrari all’opera della valle, resteremo in contatto telefonico con i manifestanti che marceranno”. “Speriamo che vada tutto bene – aggiunge – e che il gruppo di amministratori delle liste civiche che marcerà con loro in qualità di ‘osservatori’ contribuisca a mantenere la calma”.
9.56 – Dieci fermati
Dieci persone sono state fermate questa mattina sull’autostrada Torino-Bardonecchia, mentre stavano andando alla manifestazione. Cinque ragazzi provenienti da Mantova sono stati bloccati all’altezza di Rivoli, in provincia di Torino: sono stati identificati e i carabinieri hanno trovato nella loro vettura maschere antigas, passamontagna e bulloni di gomma. Altre cinque persone sono state bloccate dalla polizia stradale a Bruere. Tutti e dieci sono stati identificati, ma nessuno di loro al momento si trova in stato di fermo.
9.45 – Due gazebo con panini e bandiere
In attesa di partire lungo la mulattiera che porta nei boschi della Val Clarea, i No Tav hanno montato nel piazzale di Giaglione due gazebo: in uno si distribuiscono panini e nell’altro bandiere, sciarpe e berretti con il logo No Tav, che rappresenta un treno con sopra una croce rossa. Molti striscioni sono stati appesi ai cancelli della piazzetta di fronte all’unico bar che si trova in questa zona, come ‘Giù le mani dalla Valsusa’, ‘I politici le contano, i valsusini le hanno’. La polizia stradale, al casello che si trova all’entrata dell’autostrada Torino-Bardonecchia, sta fermando numerosi veicoli, soprattutto quelli con targhe straniere. Praticamente ogni auto che passa sulla statale del Moncenisio, all’uscita di Susa, direzione Giaglione, viene fermata dal posto di blocco dei carabinieri.
9.39 – Centinaia al campo sportivo
Centinnia di No Tav si stanno radunando al campo sportivo di Giaglione, in Val di Susa, per manifestare contro la linea ferroviaria Torino-Lione. Sono determinati a varcare la zona rossa, quella dichiarata off limits da un’ordinanza del prefetto, che inizia proprio da questo piazzale e che comprende tutte le strade, i sentieri e i boschi che portano al cantiere, sia a Giaglione sia a Chiomonte. Al campo sportivo di Giaglione non ci sono check point a delimitare l’area interdetta alla circolazione di uomini e mezzi, nè si vedono, per ora, le forze dell’ordine.
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