Roma, 16 ott. (LaPresse) – Rabbia e sconcerto. Roma si sveglia così il giorno dopo gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti durante il corteo degli indignati. Dopo la paura per le devastazioni dei violenti nelle vie del centro, la capitale è ritornata alla normalità, ma le ferite inferte sono ancora visibili: automobili carbonizzate, piante e sanpietrini sdradicati, vetrine dei negozi frantumate, resti di petardi e bombe carta. A piazza San Giovanni, teatro principale delle cariche della polizia e degli assalti dei black bloc ai blindati, poca la gente stamattina per strada. Mauro, 36 anni, dipendente di un’agenzia di viaggi, racconta così la tensione di ieri: “Eravamo in piazza e aspettavamo l’arrivo del corteo. A un certo punto da un camion sono scesi una ventina di ragazzi vestiti di nero e tutti coperti”.

“Poi – ha aggiunto – non si è capito più nulla. Alcuni poliziotti sono intervenuti per bloccarli, ma in aria è volato di tutto: spranghe, pietre, estintori”. Arianna, studentessa 23enne, è furiosa con i violenti che hanno “tradito lo spirito della manifestazione”. Nel quartiere le serrande dei negozi sono rimaste abbassate per il consueto riposo domenicale. Solo qualcuno ha aperto per iniziare a conteggiare l’entità dei danni. Al Mc Donald’s di via Appia nuova, nessuno stop: panini e patatine fritte dalle 10, anche se i vetri sulle porte non ci sono più.

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