Milano, 7 lug. (LaPresse) – Ancora un sequestro per i giocattoli della ‘Skifidol’, distribuiti da Gedis srl. I nas di Milano hanno sequestrato 150mila bustine, di produzione cinese, che venivano vendute in edicola e nei negozi di giocattoli come prodotti per bambini ma erano uova di crostacei. Una volta messe in acqua, le bustine, commercializzate con il nome di ‘Skifidol di mare’, sviluppavano esemplari di Artemia Salina, detta comunemente ‘scimmia di mare’. Si tratta, spiegano i nas, di un’operazione commerciale in contrasto con la normativa nazionale e comunitaria di settore, che sottopone a vigilanza veterinaria l’importazione di animali vivi d’acquacoltura, vietandone il commercio in negozi non specificatamente autorizzati dalle autorità sanitarie. Il ministero della Salute ha prescritto il ritiro dal commercio e il sequestro dei prodotti. Il valore del sequestro, avvenuto nel magazzino della ditta importatrice in provincia di Monza e Brianza, supera il milione di euro.

“Gedis non ha alcun interesse a veìcolare prodotti border line e questo è sempre stato comercializzato come giocattolo”, si difende Maurizio Corti, amministratore delgato della Gedis, la società che aveva messo in commercio lo ‘Skifidol mare’. A certificare l’idoneità dello ‘Skifidol’, spiega, è stato l’Istituto di Sicurezza del Giocattolo, l’ente più autorevole e qualificato in materia di giochi in Italia, che “evidentemente non era a conoscenza di questa nuova normativa del ministero della Salute che impedisce la vendita del prodotto come educational game, com’è stato sempre fatto”. Secondo Corti “molte altre aziende da oltre 15 anni vendono i piccoli crostacei come giochi educativi” senza nessuna conseguenza per la salute dei bambini. “Forse – aggiunge Corti – è proprio il marchio Skifidol ad attirare l’attenzione”.

L’amministratore delegato della Gedis ricorda che i Nas avevano chiesto, con una comunicazione del 26 gennaio scorso, di ritirare tutte le bustine di Skifidol dal mercato e di metterle a disposizione dei militari perchè potessero sequestrarle. E la Gedis lo ha fatto, riunendo tutte le confezioni di Skifidol in un magazzino in provincia di Monza e Brianza, dove sono state sequestrate. “Non c’è stato nessun danno economico rilevante – conclude Corti – ora a noi interessa solo capire come mai l’Istituto della Sicurezza del Giocattolo non fosse a conoscenza di queste normativa e del perchè l’azienda che importa il prodotto dalla Cina ce lo abbia proposto come giocattolo”.

Già a marzo del 2009 l’azienda era finita sui giornali perché una ventina di bambini della scuola Altiero Spinelli di Torino erano rimasti lievemente intossicati dopo che un alunno aveva aperto in classe un pacchetto di ‘Skifo Card’, figurine raffiguranti mostri che, se strofinate, emanavano odori nauseabondi. Il procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, aveva acquisito l’album di raccolta delle card puzzolenti, che emanavano ciascuna un odore differente, dal vomito a quello di diarrea, e aveva disposto analisi e accertamenti approfonditi. Un’inchiesta era stata aperta anche dalla procura di Modica (Ragusa), che aveva disposto il ritiro dal commercio della gelatina puzzolente ‘Skifidol Slime’ perché, secondo le analisi, se ingerita o inalata poteva creare danni alle mucose nasali e alle prime vie respiratorie.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata