Roma, 29 giu. (LaPresse/AP) – Le nuove analisi del Dna nel processo per l’omicidio di Meredith Kercher mostrano che alcune prove usate per condannare Amanda Knox e Raffaele Sollecito potrebbero non essere attendibili. A riferirlo sono esperti forensi indipendenti, secondo cui il profilo genetico ritrovato sul coltello, presunta arma dell’omicidio, attribuito alla vittima è infatti “inattendibile”. I risultati potrebbero essere stati contaminati sia sulla lama che sui gancetti del reggiseno. Secondo i procuratori, nel processo di primo grado il Dna della Knox era stato trovato sul manico del coltello da cucina, presunta arma del delitto, e il Dna di Maredith era presente nel sangue. Inoltre, l’accusa sostiene che il Dna Raffaele Sollecito, condannato a sua volta in primo grado come corresponsabile dell’omicidio, fosse stato trovato sui gancetti del reggiseno della studentessa inglese uccisa a Perugia.
La revisione, condotta dai due esperti indipendenti della Sapienza di Roma, Stefano Conti e Carla Vecchiotti, era stata richiesta dalla difesa. Le conclusioni dell’analisi potrebbero aumentare le possibilità della Knox per il capovolgimento della condanna per omicidio. Gli esperti hanno spiegato che alcune tracce di Dna usate per condannare Amanda e l’ex ragazzo Raffaele Sollecito potrebbero essere state contaminate. Per quanto riguarda la lama del coltello, Conti e Vecchiotti hanno detto che “i test tecnici non sono attendibili e non può essere escluso che i risultati ottenuti possano contenere contaminazioni”. Il documento della revisione, infatti, spiega che i test precedenti non sono stati condotti in maniera conforme a standard e procedure internazionali. Gli esperti hanno raggiunto una conclusione simile anche riguardo ai gancetti del reggiseno di Meredith. La nuova analisi del Dna andrà in aula il mese prossimo.
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