Il coordinatore Cts: "Restrizioni da considerare se situazione peggiorasse". Brusaferro: "Booster cruciale"

Omicron spaventa e nuove ipotesi di restrizioni potrebbero “nel caso la situazione epidemiologica dovesse peggiorare” essere “considerate”. Le parole del coordinatore del Cts e presidente del Cts Franco Locatelli mettono in guardia su quello che, nell’ipotesi peggiore, potrebbe essere il futuro dell’inverno. L’idea lanciata è quello di un tampone anche ai vaccinati per l’accesso a grandi eventi.

Secondo l’esperto infatti “va tutelato il vantaggio che è stato accumulato dal nostro Paese”. E proprio sulla linea della massima prudenza si è già mosso il governo con la proroga dello stato di emergenza e le misure di restrizione sui viaggi con tampone per chi arriva dall’estero. “E’ il tentativo di evitare che i contagi possano crescere in maniera significativa”, argomenta il ministro dell’Interno, Roberto Speranza.

Una misura come quella ipotizzata dal professor Locatelli però sarebbe di difficile attuazione. In primis perché all’interno della maggioranza di governo non tutti sarebbero favorevoli. Seguire questa strada – spiegano alcune fonti – di fatto sconfesserebbe il principio che è alla base del Green pass, sia quello base che, soprattutto, quello rafforzato. Ad esso inoltre andrebbero aggiunte evidenti difficoltà logistiche. Decisamente più semplice invece un’eventuale reintroduzione delle mascherine all’aperto su tutto il territorio nazionale, provvedimento che già molti sindaci stanno attuando autonomamente.

Per il virologo Andrea Crisanti invece l’eventuale introduzione dei tamponi per tutti ai grandi eventi, vaccinati compresi, sarebbe “un cambiamento ragionevole”. Ma – spiega a LaPresse – “a patto che fra le possibilità non mettano il test antigenico”, considerato poco attendibile. Per Crisanti, comunque, il fallimento del Green pass è già nei fatti ed è “testimoniato dall’aumento dei contagi”. L’Italia – dice il ministro Speranza – è ancora “pienamente” dentro l’emergenza covid. Una situazione difficile che è ancora frutto di Delta perché la circolazione della nuova variante è ancora molto bassa. “Ci aspettiamo che Omicron crescerà – argomenta Silvio Brusaferro – non siamo impermeabili”. A tal proposito nei prossimi giorni verrà effettuata un’altra flash survey. Per arginare l’onda – insiste il presidente dell’Iss – “è cruciale l’adesione alla dose booster dopo cinque mesi. È la miglior risposta a Delta e potenzialmente anche a Omicron”. Intanto Moderna fa sapere che la mezza dose di richiamo del suo vaccino (50 microgrammi) “ha aumentato significativamente i titoli anticorpali neutralizzanti contro Omicron”. E in attesa di avere dati certi sulla gravità della nuova variante è certa la sua maggiore trasmissibilità. Il rischio – rileva il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – “è quello di congestionare silenziosamente gli ospedali”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata

Tag: