"Ci sono nuove sacche di povertà e stanno crescendo", racconta Roberto Morgantini, ex sindacalista e fondatore dell'associazione
“Siamo passati da 250 pasti al giorno a 500. Sono numeri enormi”. Lo racconta ai microfoni di LaPresse Roberto Morgantini, ex sindacalista e fondatore delle Cucine Popolari, mensa sociale fondata nel 2015 a Bologna e che in sei anni ha aperto tre punti di ristoro (“Il progetto è una cucina per ogni quartiere di Bologna, quindi dovranno essere sei”, dice Morgantini). “Nella cucina principale, questa di via Battiferro – quartiere Navile – produciamo ormai tra i 250 e i 300 pasti al giorno, mentre nelle altre due [a San Donato e Saragozza-Porto, ndr] ne produciamo un centinaio”. I pasti sono cucinati da una squadra di volontari che si alternano tra cucina e distribuzione, su più turni. “Ci sono nuove sacche di povertà e stanno crescendo. Oggi abbiamo persone anche normalissime, gente che fino a qualche tempo fa aveva un lavoro e ora si è ritrovata a dover ricorrere a noi perché ha perso molto”, racconta Morgantini. “È cambiata la composizione ma è cambiato anche il modo di approcciarsi: c’è chi ha superato la vergogna di accettare questa cosa”, aggiunge ancora.
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