All'Unione europea altre 300 milioni di dosi del vaccino Moderna e 200 milioni in più di quello sviluppato da Pfizer e BioNTech
L’Unione europea si è assicurata altre 300 milioni di dosi del vaccino Moderna e 200 milioni in più di quello sviluppato da Pfizer e BioNTech, mentre Bruxelles ha messo a punto un piano strategico per far fronte alla diffusione delle varianti del Covid-19 considerate più contagiose. A dare l’annuncio è stata la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha illustrato l’incubatore Hera, una cooperazione pubblico-privata che riunirà scienza, industria e autorità pubbliche e farà leva su tutte le risorse disponibili per consentire all’Europa di rispondere alla sfida posta dalle mutazioni del Sars-CoV-2.
Con Hera, la Commissione si concentrerà su diverse azioni chiave: rilevare e analizzare nuove varianti del virus, sviluppare vaccini efficaci, adattare quelli esistenti e produrli su larga scala. “La pandemia ci ha mostrato tre cose: dobbiamo agire in anticipo. Dobbiamo investire su larga scala. Dobbiamo collaborare”, ha detto von der Leyen.
“I vaccini autorizzati (nell’Ue) al momento sono efficaci contro le varianti che conosciamo e che sono presenti in Europa. Ma i virus per natura mutano e le nostra difese devono evolversi con loro, adattarsi”, ha spiegato la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides. Per velocizzare l’iter di approvazione dei candidati sviluppati dalle aziende farmaceutiche, anche in vista degli aggiornamenti che verranno effettuati per renderli efficaci contro le mutazioni, Kyriakides ha detto che la Commissione “è pronta a fare un passo in avanti e a proporre un’autorizzazione di emergenza per i vaccini a livello Ue con una responsabilità condivisa tra di noi, se i leader europei saranno d’accordo”.
Le varianti allarmano anche la Germania. Il ministro alla Salute tedesco, Jens Spahn, ha dichiarato che quella B117, rilevata per la prima volta nel Regno Unito, ora rappresenta il 22% di tutte le nuove infezioni nel Paese. Due settimane fa la quota era del 6%. Citando i dati dell’istituto per le malattie infettive Robert Koch, Spahn ha aggiunto che la Germania “deve presumere” che la variante diventerà presto “dominante”.
Secondo i dati dell’Oms, il numero dei contagi nel mondo continua a calare, con 2,7 milioni di nuovi casi la scorsa settimana pari a una riduzione del 16% rispetto alla settimana precedente, ma si diffondono le varianti. La B117 è ormai presente in 94 Paesi, di cui otto si sono aggiunti nell’ultima settimana. “La proporzione di infettati” con questo ceppo in Europa “è aumentata nelle scorse settimane”, ha avvertito l’Agenzia Onu.
Una buona notizia è arrivata sul fronte del vaccino AstraZeneca, il commissario Ue Thierry Breton ha detto che l’azienda anglo-svedese, che aveva rinviato le consegne del farmaco all’Ue, “sta recuperando il ritardo accumulato” nella produzione delle dosi.
Sul vaccino russo Sputnik V, invece, la presidente von der Leyen ha frenato, precisando che non è stata ancora chiesta la sua autorizzazione all’Ema e che, se questo accadesse, il farmaco verrebbe sottoposto alla procedura di controllo e di esame di routine, ma “dovrebbero esserci anche delle ispezione nei luoghi di produzione” visto che non viene prodotto in Europa. “Ci stiamo ancora chiedendo per quale motivo la Russia stia offrendo milioni di dosi del vaccino Sputnik V quando non sta vaccinando sufficientemente la propria popolazione”, si è chiesta la presidente, sottolineando che questa è una “domanda a cui bisognerà dare una risposta”.
Viktor Orban, il premier dell’Ungheria, primo e unico Paese dell’Ue ad avere somministrato il vaccino russo, ha commentato che “Non c’è un vaccino Orientale o Occidentale, c’è solo un vaccino buono o uno cattivo”. Parlando in conferenza stampa a Cracovia, in Polonia, in occasione della cerimonia per i 30 anni della fondazione del Gruppo di Visegrad, il leader ha sottolineato che “non è bene essere politici sulla sicurezza sanitaria delle persone”.
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