Il monito del Capo dello Stato: Vaccino è arma più forte" che "prevale su "ignoranza e pregiudizi"

E’ il vaccino “l’arma più forte” che prevale su “ignoranza e pregiudizi” ed è l’unica in grado di fronteggiare la pandemia che “ha scavato solchi profondi nelle nostre vite, nella nostra società”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dedica la prima parte del suo discorso agli italiani, nella notte di san Silvestro, all’antidoto contro il Coronavirus, annunciando ai suoi concittadini che si vaccinerà “appena possibile, dopo le categorie che, essendo a rischio maggiore, debbono avere la precedenza”. Un modello per tutti, primo italiano tra gli italiani – Mattarella compirà 80 anni a luglio -, che aspetterà il suo turno senza privilegi, non mancando di ‘bacchettare’ i negazionisti (che non si affidano alla scienza ma al pregiudizio e all’ignoranza) e coloro che lavorando a contatto con i più fragili – infermieri, operatori sanitari e medici – avendo dubbi sulla strada da seguire.

L’assunto principale, ribadisce l’inquilino del Colle, è che “vaccinarsi è una scelta di responsabilità” che diventa un “dovere” per chi opera con categorie a rischio. “Di fronte a una malattia così fortemente contagiosa, che provoca tante morti, è necessario tutelare la propria salute ed è doveroso proteggere quella degli altri, familiari, amici, colleghi”, rimarca. Un “dovere” morale, dunque, da non confondere con ‘obbligo’ su cui governo, scienza, giuristi e costituzionalisti, si stanno interrogando a fronte del rischio di non arrivare all’immunità di gregge dell’80 per cento, necessaria per uscire dall’incubo della pandemia da Covid-19. Su questo tema è infatti intervenuto proprio il neo-presidente della Consulta, Giovanni Coraggio, qualche giorno fa sgombrando il campo da eventuali ‘indizi’ di incostituzionalità. I trattamenti sanitari obbligatori sono previsti, infatti, dalla nostra Costituzione, ma non senza dati scientifici certi, che ne certifichino la “necessaria e accertata indispensabilità” per la salute pubblica e una legge del Parlamento che li regoli. Paletti che certamente sono noti al capo dello Stato, che per competenza non entra nel merito o nelle decisioni di governo e Camere, ma sicuramente potenzia nel suo significato la parola ‘dovere’ accanto a vaccinarsi perché “è giusto e perché necessario per la sicurezza comune”. Su questa scia Mattarella insiste sulla necessità di dare a tutti e ovunque “senza distinzioni” la possibilità di fruire del vaccino e ” gratuitamente”.

La scoperta dell’antidoto al Covid per l’inquilino del Colle è infatti una vittoria e un successo corale, che mai ha visto in così poco tempo la realizzazione e nel contempo l’Unione europea assumersi “un compito così rilevante per i propri cittadini”. E in questa corsa, la vera e unica strada per uscire dal tunnel della pandemia, si sono distinti “il contributo dei ricercatori italiani e un’alleanza mondiale della scienza e della ricerca, sorretta da un imponente sostegno politico e finanziario che ne ha moltiplicato la velocità di individuazione”. Uno sforzo senza precedenti che non può e non deve essere disperso, a fronte di un anno passato nell’angoscia e quello nuovo segnato dalla speranza di riappropriarci della vostra vita.

L’Italia, ricorda il presidente della Repubblica, “ha pagato un prezzo molto alto” e conserva ancora cocente la memoria del dolore per la perdita dei propri cari, dell’emergenza economica per le attività bloccate, per quel senso di isolamento e abbandono quando le strade delle città erano deserte. Il nostro Paese ha risposto, ricorda, alla drammatica conta dei contagi e delle morti con il “senso di comunità” che lo contraddistingue. Ora l’arrivo del vaccino è un segnale importante che incoraggia “una speranza concreta. Perché non prevalga la paura e perché le preoccupazioni possano trasformarsi nell’energia necessaria per ricostruire, per ripartire”. Non bisogna tuttavia mollare gli ormeggi, ricorda Mattarella. La pandemia deve essere ancora sconfitta e la campagna di vaccinazione è appena iniziata. Mattarella infatti sottolinea ancora una volta l’importanza delle “precauzioni raccomandate fintanto che la campagna vaccinale non avrà definitivamente sconfitto la pandemia”. E non è un caso che proprio su quel leggio, posto con alle spalle il cortile d’onore del Quirinale e le bandiere dell’Unione e dell’Italia, Mattarella abbia posto la sua mascherina, perché non se ne può ancora fare a meno.

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