Pare ormai chiaro che saranno banditi cenoni e feste, resta forte l'incognita sugli spostamenti tra le regioni
Manca ormai meno di un mese a Natale, in un clima che resta di grande incertezza su quello che si potrà o non si potrà fare per celebrare la ricorrenza più importante dell’anno. Mentre pare ormai chiaro che saranno banditi cenoni e feste, resta forte l’incognita sugli spostamenti tra le regioni, sui quali il Governo deciderà man mano sulla base degli indicatori del contagio. La spada di Damocle del coronavirus pende così sulle Feste, che paiono in bilico. “Credo che sia indispensabile ancora molta attenzione. D’altronde abbiamo l’esperienza estiva che ci insegna quello che può succedere”, sottolinea Ranieri Guerra, vice direttore generale iniziative strategiche dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Guerra punta sulla responsabilità delle persone, più che su norme rigide: “Sugli spostamenti e gli assembramenti in vista del Natale l’equazione è sempre la stessa: più disciplina individuale e meno imposizioni da parte del governo”.
Una delle regole che non andrà in soffitta entro fine anno è certamente quella del coprifuoco, come spiega la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa: “A Natale resterà sicuramente alle 22”. Convinto anche il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia che ieri aveva precisato come “Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia”.
Boccia fa sapere che la sua posizione di massimo rigore prevede di preservare il coprifuoco, e che i presidenti delle Regioni sono d’accordo con lui, per tutelare il più possibile le reti sanitarie. La stessa Conferenza Episcopale Italiana ha fatto sapere di monitorare la situazione epidemiologica di e confrontarsi sulle modalità di celebrare i riti natalizi in condizioni di sicurezza. La Cei infatti intende continuare “la valida collaborazione, in ascolto reciproco, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni e il Comitato tecnico-scientifico”. MA dal centrodestra piovono critiche. “A me non sembra normale – è la reazione del leader della Lega, Matteo Salvini – che un ministro della Repubblica proponga la nascita anticipata di Gesù Bambino. Si occupasse delle emergenze e non rubasse il Natale ai bambini. Credo che un ministro che dice questo manchi di rispetto a un Paese profondamente legato ai simboli cattolici”. Punta sull’ironia la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Già che ci siamo perché non festeggiare Capodanno spostando le lancette dell’orologio avanti come in un film di Fantozzi? Governo sempre più imbarazzante”.
Il coprifuoco trova senza dubbio il sostegno dei sindacati dei medici, che lanciano un appello a non allentare le restrizioni con il virus che ancora circola con questa intensità: “I dati degli ultimi giorni mostrano segnali di rallentamento della crescita dell’epidemia da Sars-CoV-2, tuttavia le condizioni di sovraccarico di tutto il sistema ospedaliero, con indici di occupazione delle terapie intensive e delle aree covid particolarmente elevati, impongono di non allentare le misure restrittive della movimentazione sociale”. I medici si dicono “amareggiati per il dibattito in corso su riaperture che, sotto le pur comprensibili esigenze dell’economia, celano sottovalutazioni del rischio di una ripresa della pandemia che potrebbe sommarsi nei prossimi mesi alla diffusione stagionale dell’influenza”.
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