Il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità in conferenza stampa: "Curva in decrescita, ma a Natale niente viaggi né cenoni"

In Italia, così come in Europa, i dati sull’epidemia di coronavirus stanno certificando nelle ultime settimane una lieve flessione dei contagi. Ciò nonostante la situazione resta ancora grave. Questo il succo delle dichiarazioni del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, che ha parlato in conferenza stampa analizzando i dati nel nostro Paese tra il 16 e il 22 novembre. “L’errore peggiore sarebbe quello di rilassarci e in due-tre settimane la curva riparte”, ha dichiarato il numero uno dell’Iss che poi ha aggiunto: “Abbiamo ancora un’incidenza elevata, 321 casi per 100mila abitanti nel lasso di tempo dei 7 giorni”.

Per quanto riguarda la situazione delle singole regioni, Brusaferro ha spiegato che “tutte tranne due o tre restano ancora a rischio alto e nove in particolare sono a rischio alto da più di tre settimane e il loro sforzo sanitario rischia di essere troppo pesante”. Proprio per questo il presidente dell’Istituto ribadisce che “non ci devono essere rilassamenti. La curva deve ancora decrescere”. “L’unico modo per ridurre i casi è avere un Rt sotto 1. Siamo ancora in fase di mitigazione. Bisogna impedire ed evitare in ogni modo gli assembramenti”, ha spiegato ribadendo ancora una volta l’importanza di “restare a distanza e usare le mascherine” che “devono restare dei mantra per far decrescere la curva. Bisogna inoltre rispettare quarantena e isolamento, per i positivi e i loro contatti”.

Saranno dunque settimane ancora critiche quelle che ci attendono, secondo quando dichiarato da Brusaferro che ha ribadito l’importanza di mantenere l’attenzione ancora alta in vista delle vacanze natalizie: “Se non rispetteremo le regole, le curve ripartiranno. Questo dovrà essere per noi un Natale unico. Con questi numeri non possiamo immaginare spostamenti di massa o raduni di persone che provengono da contesti diversi, portatori di rischi di contagio”. Parole a cui fanno eco quelle del presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, secondo cui “quello del 2020 sarà un Natale diverso, il primo e auspicabilmente anche l’ultimo di questo tipo”. “Così come gli assembramenti nelle piazze per l’ultimo dell’anno sono inimmaginabili e incompatibili con l’epidemia”, ha detto Locatelli che ha poi concluso: “Anche se da tre settimane assistiamo a una decelerazione dell’epidemia, e quest’ultima settimana ha fatto registrare una decelerazione più marcata. la situazione non è compatibile con la riapertura degli impianti sciistici. Auspichiamo che l’Europa adotti una voce unica e che la Svizzera non voglia diversificare la sua posizione”.

 

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