Il crollo delle spese di fine anno a causa della pandemia rischia di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell'intero 2020 fanno segnare un crollo storico del 12%
Il Coronavirus rischia di picconare con forza le spese agroalimentari degli italiani nelle feste natalizie, momento storicamente di maggior esborso dell’anno. Con le restrizioni anti pandemia, infatti, sono in pericolo i cinque miliardi che sono stati spesi lo scorso anno nel Belpaese, in casa e fuori, solo per imbandire le tradizionali maxi tavolate delle feste di fine anno composte in media da 9 persone. E’ l’allarme che arriva da un’analisi Coldiretti/Ixè: la riduzione dei commensali è infatti destinata a provocare un taglio – sottolinea la Coldiretti – nei consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno.
Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell’intero 2020 secondo fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.
Un nodo riguarda anche i possibili spostamenti regionali, per i quali il governo deve ancora dare risposte ufficiali. Una eventuale deroga natalizia interesserebbe oltre 10 milioni di italiani, che lo scorso anno sono andati in viaggio nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze. Si tratta di una grossa opportunità per il turismo, con una spesa stimata di 4,1 miliardi nelle strutture impegnate nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, shopping e souvenir. Secondo Coldiretti, infine, un terzo della spesa di italiani e stranieri in viaggio in Italia è destinata all’alimentazione.
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