Papa Francesco morto oggi, da Dybala a Zanetti: il ricordo dei calciatori

In tanti hanno dedicato un pensiero al Pontefice nel giorno della sua morte. E il San Lorenzo gli intitola lo stadio

La morte di Papa Francesco, che si è spento oggi all’età di 88 anni, ha commosso anche il mondo del calcio al quale il Pontefice era particolarmente legato. Tra i primi a manifestare il proprio cordoglio sono stati due connazionali di Bergoglio, il calciatore della Roma Paulo Dybala e il dirigente dell’Inter Javier Zanetti.

Dybala: “Una perdita molto grande”

La morte di Papa Francesco “è una notizia molto triste”, “è una perdita molto grande per i cattolici, per il mondo del calcio e per noi argentini“, ha detto l’argentino Dybala in conferenza stampa ai Laureus World Sports Awards, gli Oscar dello sport in corso a Madrid. Prima della conferenza stampa, a cui partecipano anche Cafu, Fabio Capello, Luis Figo e Ruud Gullit è stato osservato un minuto di silenzio per la morte del Pontefice. Dybala ha ricordato la “passione per il calcio” di Francesco e ha sottolineato di aver avuto la possibilità di conoscere il Papa stando a Roma e anche quando giocava alla Juventus. “Condoglianze alle persone in Vaticano”, ha aggiunto il calciatore.

Zanetti: “Trasmetteva amore e serenità”

“Ricordo la sua passione per il calcio. Lui era tifoso del San Lorenzo, quando l’ho incontrato mi disse a memoria la formazione della squadra campione del campionato argentino. E questo dimostra quanto ci teneva al calcio. E poi abbiamo parlato della mia fondazione dell’Inter, della nostra nazionale perché essendo argentino questo rendeva ancora più speciale il legame. Sinceramente stamattina quando ho saputo della notizia la mia mente e il mio cuore sono tornati a quei momenti quando l’ho incontrato per la prima volta. E mi porterò dentro di me questi questi momenti che lui ci ha regalato”, ha detto a Sky Sport Zanetti, vicepresidente dell’Inter.

Zanetti ha ricordato la ‘Partita Interreligiosa Per la Pace’ del 1° settembre 2014 allo stadio Olimpico di Roma. “Nel mio primo incontro parlando della mia Fondazione gli è venuta l’idea di realizzare questa partita. Io subito gli ho detto di sì e mi sono messo a disposizione per poterla organizzare. Sinceramente è stato un successo non per la partita in sé ma per il messaggio che lui voleva trasmettere al mondo, ovvero questa unione con tutte le religione. Credo che sia stata una partita vista in tutto il mondo e il messaggio che lui voleva passare è arrivato a tutte le persone di questo mondo”, ha aggiunto Zanetti.

“Lui non creava nessuna distanza. Quando lo incontravi lo sentivi molto vicino e credo che questo sia la cosa più bella che lui ha trasmesso a tutto il mondo. Era molto semplice, umile, quando tu parlavi con il Papa trovavi una serenità e quando lui ti parlava ti trasmetteva questo amore. Era molto carino nei dettagli e nei particolari. Credo che questo Papa sarà ricordato che per la persona che era”, ha concluso.

Il San Lorenzo: “Gli intitoleremo futuro stadio”

Un sentito ricordo è arrivato anche dal San Lorenzo, la squadra del cuore di Papa Francesco che era anche socio onorario del club. “Il suo marchio sarà indelebile. Universalmente rispettato, il papato di Jorge Mario Bergoglio sarà sempre ricordato per il suo amore incondizionato per gli umili e gli svantaggiati, per la sua ineguagliabile dedizione al servizio e per la sua dedizione alle cause più nobili. Entrò in carica il 13 marzo 2013 e da allora la sua leadership porta l’impronta di coloro che sono stati eletti”, ha scritto il club argentino.

“La sua passione per San Lorenzo ci ha sempre commosso in modo particolare e ci unisce in una preghiera costante per la sua anima. Fin da bambino è stato affascinato dai colori blu e rosso, richiesti dalla sua famiglia: suo padre, Mario José, giocava a basket in Avenida La Plata. Dalla sua casa a Flores imparò ad amare il Ciclone. E si godeva quella squadra emblematica del Viejo Gasómetro, campione nel 1946, che schierava in attacco Armando Farro, René Pontoni e Rinaldo Martino. La sua idolatria per René era senza pari”, ha aggiunto il club.

“Da sempre vicino al club, celebrò una messa nella cappella della Città dello Sport quando era già arcivescovo di Buenos Aires (incarico che aveva assunto nel 1998) e amministrò il sacramento della Cresima ad alcuni ragazzi del collegio: tra questi, anche Angelito Correa. E ogni traguardo lo ha celebrato insieme a noi, con enorme generosità, ricevendo in Vaticano le delegazioni che lo hanno visitato durante i suoi anni di pontificato. L’anno scorso, ad esempio, ha ricevuto il nostro presidente, Marcelo Moretti, che ha proposto ufficialmente che il futuro stadio di Avenida La Plata venga intitolato a ‘Papa Francesco’. Commosso, il Santo Padre accettò senza esitazione. Fu un personaggio chiave nella vita istituzionale argentina, un uomo riflessivo, aperto e colto, assolutamente devoto alle sue convinzioni e alla sua visione del mondo. E un tifoso del San Lorenzo che ci ha riempito di orgoglio, trasmettendo questa meravigliosa passione in ogni occasione che ha avuto modo di incontrare. Addio, caro Padre! E grazie per averci lasciato il tuo esempio”, ha concluso il San Lorenzo.

Mourinho: “Umiltà è base della vera grandezza”

José Mourinho, oggi tecnico del Fenerbahce, ha dedicato al Santo Padre un post sui social con una sua immagine in bianco e nero e la scritta: “Papa Francesco. La speranza è una luce nella notte. Grande Papa”. “Per essere grande, innanzitutto è necessario saper essere piccolo. L’umiltà è la base della vera grandezza“, è l’omaggio dello Special One a Papa Francesco su Instagram.