Nelle conversazioni captate da Polizia e Guardia di Finanza anche la descrizione del 'patto di non belligeranza' tra le curve di Inter e Milan

O mi danno le tessere o è guerra. Noi stiamo contestando la campagna acquisti, fagli sapere però che se non mi dai le tessere andiamo avanti. (…) È una facciata, non ce ne fotte un c***o della campagna acquisti, io voglio arrivare a un obiettivo, voglio 40 abbonamenti“. Ci sono queste tra le parole, captate dalle intercettazioni ambientali di Polizia e Guardia di Finanza, di alcuni dei capi ultras di Inter e Milan arrestati lunedì a Milano per vari reati tra cui l’associazione a delinquere (in alcuni casi aggravata dal metodo mafioso), estorsione, lesioni, percosse e rissa. In un’altra conversazione, viene invece descritto quello che gli inquirenti definiscono un ‘patto di non belligeranza‘ tra le due curve milanesi al fine di massimizzare i profitti illeciti derivanti dalla gestione degli introiti collegati allo stadio: “Io capisco che c’è una sorta di rivalità che va oltre il patto, tra i più giovani, però secondo me c’è da capire un po’ tutti: tutto bene tra direttivi, c’è un patto di non belligeranza che va avanti da un sacco di anni perché siamo tutti ragazzi seri, ragazzi per bene, ragazzi in gamba. Forse questo è il momento storico in cui oltre al rispetto c’è amicizia”.

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