Età media impianti 66 anni
Nel 2022-2023 la perdita aggregata del calcio professionistico maschile in Italia risulta in diminuzione di quasi il 37%, da 1.364 milioni di euro del 2021-2022 a 864 milioni dell’ultima stagione analizzata. Un livello di ‘rosso’ che rimane in ogni caso pari a oltre il doppio rispetto alla perdita analizzata nel pre Covid-19 (nel 2018-2019 non superava i 412 milioni di euro). È quanto emerge dalla 14a edizione del ReportCalcio, il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale sviluppato dal Centro Studi Figc in collaborazione con Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia, presentato oggi su Vivo Azzurro Tv. La perdita aggregata del settore, registrata nei 16 anni analizzati nel ReportCalcio, ha raggiunto gli 8,5 miliardi di euro, con un significativo impatto delle 3 stagioni segnate dal Covid-19 (19-20, 20-21 e 21-22), in cui il ‘rosso’ totale ammontava a 3,6 miliardi di euro (in media 1,2 miliardi a stagione e 3,3 milioni persi al giorno). Tra il 2007-2008 e il 2022-2023 il valore della produzione è cresciuto di 1,9 miliardi di euro (+84%) e i costi di produzione di 2,4 miliardi di euro (in media per ogni euro in più prodotto come ricavi ne sono stati spesi ogni anno 1,3 euro in termini di costi); il 62% della crescita del fatturato è stato speso negli stipendi del personale (che risultano in incremento di 1,2 miliardi di euro). Passando allo scenario finanziario e patrimoniale, i debiti aggregati nella fase pre Covid-19 sono raddoppiati, passando dai 2,4 miliardi di euro del 2007-2008 ai 4,8 del 2018-2019, per poi crescere ulteriormente fino ai 5,7 miliardi del 2022-2023, mentre il patrimonio netto tra il pre e il post Covid-19 si è quasi dimezzato, passando da 644 a 344 milioni di euro (e in Serie B e Serie C risulta negativo); ogni 100 euro investiti mediamente da un club di calcio, appena 5 provengono dai mezzi propri (cioè dagli azionisti/proprietari), e i restanti 95 da capitali di terzi (indebitamento esterno). Uno scenario di grande difficoltà, ma in leggero miglioramento nell’ultima stagione sportiva (2022-2023), in cui si è assistito a un importante aumento del valore della produzione, che ha sfiorato i 4,3 miliardi di euro, dato record nella storia del calcio italiano, crescendo a un ritmo molto più sostenuto rispetto all’aumento dei costi (il fatturato è aumentato del 23,9%, mentre il costo del lavoro di appena il 2,7%, con l’incidenza sul valore della produzione che è scesa dal 70% al 58%).
Report: “In Italia è sempre emergenza stadi, età media impianti 66 anni”
L’assenza di impianti di alto livello continua a rimanere un grande limite per l’ulteriore sviluppo del calcio italiano: lo scenario complessivo degli stadi italiani rimane infatti fortemente critico, con un’età media di 66 anni, mentre solo nel 17% degli stadi di Serie A vengono utilizzati impianti che sfruttano fonti rinnovabili di energia e appena il 10% degli stadi del calcio professionistico italiano non risulta di proprietà pubblica. L’Italia con appena 5 nuovi impianti incide per meno dell’1% degli investimenti in nuovi stadi nel calcio europeo operati nel periodo 2007-2023 (213 nuovi stadi inaugurati e 22,8 miliardi di euro investiti), rispetto a nazioni come Turchia e Polonia (oltre 30 nuovi stadi tra il 2007 e il 2023), ma anche Germania (18), Inghilterra (13) e Francia (12). Numeri che testimoniano l’urgenza per l’introduzione di nuovi investimenti infrastrutturali nel calcio italiano, considerando anche gli importanti riflessi socio-economici che una nuova generazione di stadi potrebbe generare, anche a beneficio dell’intero Sistema Paese. In base alle elaborazioni di Openeconomics riprese nel ReportCalcio, i 18 progetti attualmente in fase di pianificazione o di effettiva realizzazione di nuovi impianti calcistici prevedono un investimento di oltre 3 miliardi di euro, che produrrebbe un ulteriore impatto sul Pil italiano di 5,6 miliardi, 2,5 miliardi di entrate fiscali aggiuntive e circa 14.000 nuovi posti di lavoro.
Report: “In Serie A solo 2,8% minutaggio U21 italiani”
La dispersione del talento giovanile nel calcio italiano è confermata da dati inequivocabili: nel 2022-2023 in Serie A il minutaggio degli Under 21 italiani, ovvero teoricamente di quei calciatori che hanno ottenuto grandi successi con le Nazionali giovanili, incide per appena il 2,8% del totale, rispetto al 31,6% degli Over 21 italiani e al 63% degli Over 21 stranieri. Se si considera ad esempio il ruolo dell’attaccante, i gol segnati da Under 21 italiani incidono per appena l’1%, quelli realizzati dagli Over 21 stranieri per il 71,3%. La Serie A inoltre rappresenta il terzultimo campionato in Europa per impiego di giocatori formati nei settori giovanili dei propri club di appartenenza, appena il 5,6% dei minuti giocati, dato migliore solo di Turchia e Grecia, mentre la Spagna campione d’Europa in carica si attesa al 19,3% e la Francia al 14,8%.Il potenziale di crescita per un maggior utilizzo di giovani talenti italiani appare molto significativo, viene rimarcato nel Report, al fine anche di aumentarne il livello di esperienza in prima squadra avvicinandolo maggiormente a quello dei principali competitor; i calciatori italiani Under 21 impiegati in Serie A e nelle altre 4 Top League europee (Inghilterra, Spagna, Germania e Francia) hanno accumulato nell’intera carriera (con dati aggiornati al maggio 2024) quasi 63.000 minuti in campionati di 1° Divisione, dato significativamente distante rispetto ai 193.000 minuti dei talenti di nazionalità francese e agli 88.000 degli spagnoli. Mentre in Champions League il dato dei giocatori italiani è pari ad appena 422 minuti, rispetto ai circa 5.000 degli spagnoli, inglesi e tedeschi e ai quasi 7.000 dei francesi.
Report: “Da fondi investimento 30 su 40 operazioni acquisto quote club nel 2023”
Negli ultimi anni numerosi operatori finanziari di tipo privato hanno intensificato i propri investimenti nelle organizzazioni calcistiche, un trend che durante e dopo la pandemia è ulteriormente accelerato, a conferma della forte attrattività del settore. Nel solo 2023 tra le 40 principali operazioni di acquisto di quote (maggioranza o minoranza) di organizzazioni calcistiche figurano ben 30 acquisizioni da parte di fondi di investimento/private equity, con un apporto di risorse complessivo stimabile in quasi 4,5 miliardi di euro. Quasi il 40% dei club delle 5 top lague europee (Inghilterra, Germania, Spagna, Italia e Francia) ha usufruito di investimenti e/o prestiti da parte di fondi privati (13 club in Premier League, 8 in Ligue 1, 7 in Serie A, 8 nella Liga e 1 in Bundesliga). Da rimarcare anche la crescita delle multiproprietà e degli investimenti multi-club; a livello mondiale nel 2023 si contano 301 società facenti parte di un network multi-societario, dato in crescita rispetto alle 216 del 2021, alle 128 del 2018 e alle appena 40 del 2012.
Report: “In Italia 400 mln ricavi da competizioni europee”
L’aumento dei ricavi nel calcio italiano ha contraddistinto tutte le principali categorie, a cominciare dai proventi televisivi (+21,4%, da 1.254 milioni di euro a 1.522 milioni), trend che si connette anche alla ritrovata competitività internazionale dei nostri club nel 2022-2023, con 3 finali di coppe europee e 2 club in semifinale di Champions League (per un totale di quasi 400 milioni di proventi derivanti dalle competizioni europee). È inoltre ulteriormente proseguito il percorso di crescita nella valorizzazione degli asset commerciali, che complessivamente nei 16 anni analizzati dal ReportCalcio sono aumentati di oltre 3 volte (da 305m a 930m), ma soprattutto un segnale positivo arriva dai ricavi da ingresso stadio, ovvero il ticketing, che nel 2022-2023 ha raggiunto i 471m (+85,2% rispetto al 2021-2022), dato record nella storia del calcio italiano, grazie a un trend di significativa crescita dell’affluenza degli spettatori, anche in confronto al periodo precedente al Covid. Dati di grande rilevanza, che segnano una definitiva ripresa dopo il devastante periodo della pandemia, che nelle 3 stagioni con impatto del coronavirus (19-20, 20-21 e 21-22) aveva prodotto la perdita di 29,1 milioni di spettatori potenziali allo stadio, con un impatto in termini di ricavi da ticketing non realizzati pari a 631,7 milioni di euro.L’affluenza totale nel calcio professionistico ha raggiunto infatti nel 2022-2023 i 20,3 milioni di spettatori, quasi il doppio rispetto al 2021-2022 (ultima stagione segnata dall’emergenza sanitaria) e circa il 30% in più rispetto all’ultima stagione pre Covid-19 (nel 2018-2019 non si erano superati i 15,8 milioni). La Serie A, in particolare, con 29.371 spettatori medi ha raggiunto il miglior dato di affluenza degli ultimi 23 anni (record dal 2000-2001) e il miglior dato in termini di affluenza totale (quasi 11,2 milioni) tra quelli registrati dal 1978-1979, mentre le prime 5 partite per incassi nella storia del calcio italiano sono state tutte registrate nella stagione sportiva 2022-2023 e i 2 club milanesi, Inter e Milan, si sono posizionati rispettivamente al terzo e al quarto posto in Europa per numero complessivo di spettatori presenti allo stadio (quasi 2 milioni a testa), dietro solo a Manchester United e Barcellona.
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