Il sindaco De Toni su Facebook: "Se non ci unisce la lotta al razzismo, cosa ci unirà?"

Bocciata dal Consiglio Comunale di Udine la cittadinanza onoraria al portiere del Milan, Mike Maignan, proposta dal sindaco Alberto Felice De Toni come risposta ai cori razzisti di cui l’estremo difensore è stato vittima nell’ultimo match dei rossoneri in casa dell’Udinese. A farlo sapere è stato lo stesso primo cittadino, esprimendo la propria amarezza in un post su Facebook: “Persa un’occasione. Se non ci unisce la lotta al razzismo, cosa ci unirà?“, ha scritto. “Prendo atto con dispiacere che il centrodestra non è stato al nostro fianco in questo delicato momento. Si è persa l’occasione per dimostrare che la nostra città è unita e che si distanzia nettamente da quello che è accaduto, che, per quanto frequente in diversi stadi e messo in atto da pochi singoli, non rappresenta minimamente la città. Né tantomeno i nostri tifosi”, ha aggiunto. 

Lotta al razzismo è più importante del colore politico”

“Siamo una terra di gente accogliente, una terra di confine, da sempre abituata alla multiculturalità, una terra di associazionismo e volontariato sociale, una terra rappresentata nel mondo del calcio da una squadra multietnica, vero esempio di integrazione. Ecco perché conferire la cittadinanza onoraria a Mike Maignan, come simbolo della lotta al razzismo, dimostrava la sensibilità della nostra città”, ha scritto ancora il primo cittadino. “Con la sua scelta coraggiosa dopo le offese razziste ha reso manifesti quelli che sono i capisaldi dello statuto del Comune di Udine, medaglia d’oro al valor militare per la lotta al nazifascismo, ma anche della Costituzione italiana: l’uguaglianza, la pari dignità degli individui, la convivenza civile e la non discriminazione. Temi che uniscono tutti e che vanno oltre i colori societari. La lotta alle discriminazioni infatti è più importante del colore politico, delle bandiere dei partiti e di ogni dialettica politica o amministrativa. La lotta alle discriminazioni deve unirci tutti, emarginando quei pochi che ancora agiscono nell’ignoranza e nel pregiudizio. La lotta alle discriminazioni parte anche dai simboli, come quello che oggi proponevamo di conferire. I diritti universali di libertà e uguaglianza, i diritti sociali e i diritti civili ci uniscono e sono le basi comuni della nostra società democratica. Senza le basi scordiamoci le altezze. Voglio ripetere ancora una volta: Udine non è razzista, è una città libera, solidale, moderna ed europea e oggi – tutti insieme – avremmo potuto dimostrarlo. Evidentemente non c’è stata la stessa visione. Noi comunque cercheremo di difendere la nostra città, i nostri valori e la nostra dignità“, conclude il sindaco. 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata