Mourinho “ha dato il massimo per la Roma. È chiaro che è sempre possibile fare di più, ma le idee tra allenatore e società devono essere allineate. Se non lo sono, il divorzio è solo questione di tempo”. Leonel Pontes, ex tecnico dello Sporting Lisbona, noto anche per essere stato il primo allenatore di Cristiano Ronaldo, commenta così la fine dell’avventura in giallorosso del suo connazionale. Il divorzio “non mi ha sorpreso. Già sui media circolavano voci di un certo malcontento, sia da parte dell’allenatore che della società”, spiega a LaPresse Pontes, attuale direttore tecnico dello Shanghai Shenhua. “L’addio del ds (Tiago Pinto, ndr) è stato il segnale che qualcosa non andava, non sappiamo se la sua partenza possa essere legata a divergenze di opinione nella gestione sportiva, compresa quella dell’allenatore”, spiega. “Credo che gli ultimi risultati siano stati il motivo decisivo” per la rottura. “Si ha la sensazione che la società abbia voluto questi risultati per giustificare il licenziamento dell’allenatore. Mourinho ha espresso la mancanza di sostegno nel mercato, una responsabilità che avrebbe dovuto assumersi la società. La società, a sua volta, insoddisfatta dei risultati, ha scaricato le responsabilità sull’allenatore. Un allenatore che non ha più bisogno di dimostrare nulla sulle sue qualità e sulla sua mentalità”.
“A quanto pare – prosegue – era noto che la società mettesse in dubbio la professionalità dell’allenatore. È un’accusa grave alla quale, conoscendo il livello di impegno e professionalità che Mourinho ha nei confronti della società e dei giocatori, personalmente non credo. E’ stato un modo per la società di screditare l’allenatore agli occhi dell’opinione pubblica”. Un giudizio complessivo sull’esperienza di Mourinho in giallorosso? “Molto positivo. La Roma con Mourinho ha guadagnato status, il rispetto degli avversari e della stampa. Ha vinto una Coppa europea ed è arrivato in finale di Europa League. Probabilmente – sottolinea Pontes – nelle competizioni nazionali tifosi e dirigenza si aspettavano di più dalla squadra. Ma il distacco in classifica dai primi posti non riflette la qualità dell’allenatore, quanto piuttosto l’incapacità di investire”. Quanto al futuro dello Special One, “solo lui può rispondere. L’Arabia Saudita potrebbe rappresentare una nuova sfida. Sarà sempre un grande allenatore e una grande personalità. In ogni contesto”, conclude.