Orgoglio, carattere e coraggio. Ma non bastano. Troppo Real per questo Napoli. Dove non è riuscito neanche Maradona è mancato anche Osimhen (e compagni) piegati dalla qualità di un squadra piena di stelle che hanno illuminato una serata stregata, dove un pizzico di fortuna ha girato le spalle ai partenopei. La squadra di Garcia esce sconfitta tra gli applausi per 3-2 dallo stadio dei sogni avendo fatto il possibile, in termini di entusiasmo, gioco e volontà, per contenere la forza di una delle regine della Champions, provando fino alla fine a raddrizzare un match che era partito nel verso giusto per poi concludersi con una gol che ha il sapore della beffa. Ostigard al 19′ con un colpo di testa aveva fatto infiammare il ‘Maradona’ ma il Real, una volta sotto, ha messo subito in cattedra i suoi talenti e con una mezz’ora splendida ha ribaltato la situazione in meno di 10′ con Vinicius e una azione personale di Bellingam da sogno. Nella ripresa il Napoli ha trovato la forza e quel temperamento da big per riacciuffare il pareggio rischiando anche di portarsi nuovamente in vantaggio. Ma è bastata una fiammata fortunosa di Valverde con il pallone che finisce sulla schiena di Meret dopo aver colpito la traversa per spezzare l’illusione.
Il Napoli però dimostra di meritare questo consesso e di essere in continua crescita nel gioco e nella qualità. Tutti segnali che lasciano una bella scia di ottimismo. Nella formazione partenopea Olivera vince il ballottaggio con Mario Rui a sinistra. Confermato il terzetto formato da Anguissa, Lobotka e Zielinski mentre in attacco parte dal 1′ Politano, con lui Osimhen e Kvaratskhelia. Ancelotti, senza Militao e Alaba, schiera Rudiger e Macho al centro della difesa e in attacca si affida al tridente stellare Bellingham-Rodrygo-Vinicius.Avvio di gara a ritmi non troppo alti anche perchè il Real quando gestisce la palla allenta la velocità del gioco e l’ardore dei partenopei per sfruttare la qualità dei suoi interpreti con azioni in percussione. Il Napoli punta a scardinare subito il gioco compassato degli spagnoli e alza la pressione, provando al contempo a contenere gli affondi di Vinicius e Rodrygo. E’ quanto serve per limitare le giocate avversarie ma l’azione di contenimento con il passare dei minuti ha tutta l’aria di essere una marea che piano piano sale e si fa fatica a contenere. Il Real inizia a mostrare il suo potenziale ma è la squadra di Garcia a trovare, nel suo momento più incisivo, la rete al 19′ con Ostigard. Lo scandinavo è il più lesto ad appoggiare in rete di testa un pallone rimbalzato sulla traversa su una conclusione di Natan. Si infiamma il ‘Maradona’ che spinge i partenopei all’assalto. Zielinski ci prova dalla distanza con un tiro deviato in angolo da Rudiger, Osimhen va a caccia di ogni pallone disponibile senza però essere servito bene dai compagni. Ma la fiammata è effimera.
Il Real Madrid, fedele a se stesso e al suo gioco, piano piano prende campo, mette in azione i suoi fuoriclasse creando più di una apprensione nella retroguardia partenopea che è chiamata a non fare il minimo errore. Ma è proprio la perfezione che viene a mancare. Al 27′ Di Lorenzo è protagonista di un passaggio avventato in fase di costruzione dal basso, Bellingham si avventa sulla sfera, appoggia per Vinicius il quale davanti a Meret non sbaglia per il pareggio. Quella disattenzione mette di colpo si un piano inclinato totalemnte diversi il Napoli che subisce la qualità e il epso degli avversari. E quasi si intimorisce faticando di riflesso a costruire gioco. Mai come in questo fase del match si vede quanto conti l’esperienza. Il Real Madrid capisce che è il momento di spingere vedendo un Napoli poco lucido e al 33′ ci pensa Bellingham ad inventarsi un’azione personale da fenomeno saltando da solo tutta la retroguardia del Napoli per poi fare centro da posizione ravvicinata. La squadra azzurra trova le forze mentali per rigettarsi in avanti e si costruisce un paio di occasioni, la più nitida con Osimhen al 39′, ruba il tempo a Rudiger, conclude di testa a centro area trovando l0’opposione di kepa. Nella ripresa è un Napoli ancora più convinto di poter riemergere e raggiungere il Real. Spinta dal ‘Maradona’ la squadra di Garcia si getta in avanti e trova il pareggio al 54′ grazie ad un colpo di mano di Nacho su un intervento in scivolata. L’arbitro Tarpin viene chiamato al Var e accorda il penalty che Zielinski realizza dopo aver fatto sbattere il pallone sul palo. Il gol sembra aver ridato nuove energie ai partenopei.
Il Real non riesce più a trovare le sue trame offensive. E il Napoli infatti ad avere infatti in questa fase il controllo della partita: prima Kvaratskhelia con un tiro potente ed improvviso sul primo palo e poi Zielinski con una botta dalla lunetta provano a scardinare un Real in difficoltà. Ancelotti capisce che è il momento di affidarsi alla panchina inserendo Modric e Mendy al post di Kross e Camavinga. Garcia risponde togliendo Politano per Elmas e poi Raspadori per Zielinski. La squadra di Ancelotti ritrova le sue trame e viene premiato dalla fortuna con un autorete di merete. Il tiro violento di Valverde colpisce in pieno la traversa con il palloen che sbatte sulla schiena del portiere del Napoli e finisce in rte. Il Napoli si ributta in avanti e lo fa con tutto l’ardore possibile. Ma il coraggio non basta. Il Real di Ancelotti, noblesse oblige, mette la firma sulla serata e rimanda alla prossima sfida.