Dai suoi ‘ragazzi’ del Milan ai suoi rivali in campo e fuori, anche il mondo del calcio e dello sport piange la scomparsa a 86 anni di Silvio Berlusconi. Alla guida del club rossonero per oltre 30 anni, l’ex premier ha segnato un’epoca di successo indimenticabili cambiando il volto del calcio italiano. Il suo nome è legato a filo doppio a quella di Adriano Galliani, con cui dopo i fasti del Milan è riuscito a creare anche il piccolo miracolo Monza portato dalla Serie C alla Serie A in pochi anni. Così è stato proprio l’ad del Monza il primo a ricordare il Cavaliere. “Un vuoto che non potrà mai essere colmato, per sempre con noi. Grazie di tutto Presidente. Per sempre con noi”, è il comunicato del Monza. “Affranto, senza parole, con immenso dolore piango l’amico, il maestro di tutto, la persona che mi ha cambiato la vita per oltre 43 anni. Riposa in pace caro Presidente. Con tanto, tanto amore”, ha aggiunto poi su Facebook.
Il suo Milan lo ricorda con le sue stesse parole: “Domani sogneremo altri traguardi, inventeremo altre sfide, cercheremo altre vittorie. Che valgano a realizzare ciò che di buono, di forte, di vero c’è in noi, in tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan”. “Grazie Presidente, per sempre con Noi”, conclude il Milan.
Se c’è un giocatore simbolo del Milan berlusconiano è Paolo Maldini, che su Instagram scrive: “Ci lascia un genio, visionario e sognatore, ma soprattutto un amico che ha cambiato la storia della nostra Italia. Grazie di tutto Presidente, hai fatto vivere a tutti noi milanisti un sogno lungo più di 30 anni, nessuno sarà mai come te”. “Riposa in pace Mr. Berlusconi. Per sempre grato per l’opportunità che mi hai dato di giocare per il tuo iconico club”, scrive invece Ruud Gullit uno dei primi grandi colpi di mercato di Berlusconi. E a proposito, a LaPresse Gianluigi Lentini dice: “Sono davvero rattristato, è volato via una persona speciale. Ha fatto la storia su ogni cosa che ha fatto. E’ stato indimenticabile per me e per tutti”. Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Nesta, altro colpo ad effetto del Cavaliere che lo strappò alla Lazio a suon di miliardi. “Non ci sono parole sufficienti per testimoniare stima e gratitudine. Riposa in pace immenso Presidente”, ha scritto sui social.
Sempre a LaPresse un altro ex milanista Demetrio Albertini ricorda: “Ha vissuto la sua vita sempre da protagonista. Mi ha visto crescere da bambino e giovane promessa fino a diventare uno della vecchia guardia. E ogni volta, a seconda del contesto, usava sempre parole differenti”. “Porterò per sempre nel cuore la sua intelligenza, la sua capacità di circondarsi sempre di persone valide e perspicaci, la sua esuberanza e la sua fame di vittoria: i segreti del suo successo!”, è il ricordo anche di Pippo Inzaghi.
Dal campo alla panchina, Carlo Ancelotti e Fabio Capello sono stati con Arrigo Sacchi i simboli del Milan berlusconiano. “La tristezza di oggi non cancella i momenti felici passati insieme. Rimane una riconoscenza infinita al presidente, ma soprattutto ad un uomo ironico, leale, intelligente, sincero, fondamentale nella mia avventura da calciatore prima e da allenatore poi. Grazie Presidente”, il tweet di Ancelotti. “Un uomo con una visione a 360 gradi, aveva degli obiettivi e li raggiungeva. Tanti hanno provato ad imitarlo senza riuscirci. La sua capacità era di saper scegliere gli uomini giusti e dare loro fiducia, ha fatto qualcosa di incredibile”, dichiara Capello. “Mi ricordo quando venne a Milanello la prima volta e disse che voleva creare la squadra più forte del mondo e ci è riuscito”, aggiunge. “Anche quando ha creato il partito politico di Forza Italia faceva le riunioni a Milanello, quando io ero l’allenatore”, prosegue Capello. “Una volta mi chiamò mentre ero al Real Madrid per chiedermi di Ronaldo, gli dissi che era il giocatore più forte che avevo allenato ma non aveva più voglia di giocare e lo stavamo cedendo in Arabia Saudita. Il giorno dopo leggo di Ronaldo al Milan”, ricordato. “Qualche anno dopo mi diede ragione”, conclude.
Anche le principali istituzioni sportive e calcistiche rendono omaggio a Berlusconi, a partire dal ministro dello Sport Andrea Abodi: “Lascia un vuoto enorme nel paese e nel mondo sportivo che ha caratterizzato. L’ho conosciuto tanti anni fa, un uomo incredibile. Faccio fatica a pensare che sia mancato”. Il presidente del Coni Giovanni Malagò aggiunge: “Lo sport gli deve moltissimo, in 31 anni ha vinto 29 trofei di cui 13 internazionali e non a caso il Milan fino a poco tempo fa era la squadra più titolata in assoluto con un’impressionante bacheca”.
Mentre il presidente della Figc Gabriele Gravina sottolinea: “Ha cambiato la storia del calcio italiano, è stato un vincente che ha saputo imprimere un’impronta chiara e indissolubile nello sviluppo del nostro mondo”. “E’ stato un protagonista assoluto del calcio per decenni. Ha fatto la storia di questo sport, modificandone i paradigmi e innovando sempre, portando il calcio italiano sul tetto d’Europa e in cima al mondo”, aggiunge Casini. Omaggio a Berlusconi anche da chi è stato suo avversario, come l’Inter e il suo ex presidente Massimo Moratti: ” Tutti e due avevamo la stessa passione, per colori diversi, ma con la stessa passione purissima nei confronti del calcio. Lui era presidente ma avrebbe anche voluto essere allenatore e giocatore, voleva fare tutto quello che era possibile fare per partecipare”. Infine Dino Zoff, che proprio dopo un commento di Berlusconi quando era presidente del Consiglio, si dimise da ct della Nazionale all’indomani della sconfitta in finale a Euro 2000 contro la Francia: “E’ stato un uomo importante. No, non c’entrava Palazzo Chigi, ognuno può dire le proprie cose nell’ambito del calcio e va benissimo, era certamente una sua opinione personale”.