Una passione che non conosce confini, nel vero senso della parola… L’attesa per la vittoria del terzo scudetto del Napoli si fa sempre più forte, ormai è solo questione di tempo e poi il delirio esploderà per le vie della città partenopea ma non solo. LaPresse è infatti andata a vedere come ci si prepara al grande evento, che manca da 33 anni, in tre club di tre città simbolo nel mondo: Buenos Aires, New York e Parigi. Qualche tempo fa il presidente Aurelio De Laurentiis ha detto che nel mondo ci sono 160 milioni di tifosi del Napoli, forse avrà un po’ esagerato ma certamente sono tantissimi i napoletani che vivono e lavorano fuori dall’Italia e che continuano con ogni mezzo possibile a coltivare la loro passione per i colori azzurri. Un amore che in questa stagione si è fatto sempre più forte grazie ai risultati della squadra allenata da Luciano Spalletti, con le due stelle Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia che stanno facendo rivivere i fasti dei tempi di Diego Maradona e Antonio Careca.
Restando oltreoceano, dopo Buenos Aires la passione per il Napoli sta ormai contagiando anche New York. Nella Grande Mela il cuore pulsante del tifo azzurro è nel ristorante la Ribalta, a Union Square, uno dei più rinomati locali di cucina italiana di Manhattan e dove spesso passano anche vip americani e non solo (da John McEnroe a Bono, da Massimo D’Alema a Ciro Immobile, ndr). “È una attesa propositiva e direi organizzativa, scaramanzia a parte, stiamo cercando di organizzare una bella festa per la vittoria del campionato in contemporanea con quella di Napoli, con un occhiolino al 10 giugno”, racconta a LaPresse Rosario Procino, proprietario del ristorante e presidente del club da lui stesso fondato. “Per il 4 giugno si prevedono 4-5 mila persone, perchè ci sono tifosi che mi contattano e che verrano da tutto il nord America: dalla Florida al Texas, al Canada. In molti mi dicono che vogliono far rivivere ai loro figli quello che hanno vissuto loro da giovani”, aggiunge Procino. Il Club Napoli New York esiste dal 2013, gli iscritti sono circa 6-700. Per le partite, soprattutto ultimamente, ci sono 2-300 persone. “Avevo 18 anni quando abbiamo vinto il primo scudetto, oggi a meno di qualcosa di assurdo, non c’è il batticuore visto il vantaggio in classifica. In tanti mi chiedono se tornerò a Napoli per festeggiare – conclude Rosario – ma io voglio viverla qui con il mio staff tutto regolarmente ‘made in Napoli’. Sarà un modo per fare festa dopo anni di sacrificio, per portare un angolo di Napoli qui a New York”.
Tornando nel Vecchio Continente, anche Parigi vanta il suo club di tifosi del Napoli. In questi giorni la Ville Lumiere è scossa dalle proteste contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Emmanuel Macron e questo potrebbe impedire, per ragioni di ordine pubblico, i festeggiamenti dello scudetto della squadra azzurra anche qui atteso da anni e con tanta passione. “In barba alla scaramanzia stiamo provando ad organizzare qualcosa, magari con una piccola sfilata sotto la Torre Eiffel“, racconta a LaPresse Sabatino Abagnale, presidente del club Napoli Parigi. Nato ad Angri, Abbagnale vive a Parigi da 17 anni dove lavora come direttore commerciale per una multinazionale francese. Nel 2018 ha fondato il club, dalle ceneri di uno storico gruppo il ‘Paris Saint Gennaro’. Nel corso degli anni il club è diventato un punto di ritrovo per tanti napoletani che vivono a Parigi, anche da anni, e che spesso portano i figli nati in Francia a vedere le partite per instillare la passione per i colori azzurri. “Da napoletano e da sportivo c’è grande orgoglio, all’estero poi c’è grande attenzione sull’impresa del Napoli. Avevo 8 anni nel ’90 quando il Napoli ha vinto l’ultimo Scudetto, oggi ne ho 41 e la vivo diversamente”, aggiunge. Abbagnale sottolinea che “all’estero si apprezza in particolare il gioco di questo Napoli e questo ci rende ancora più orgogliosi”. “Ora vediamo come andrà a finire con il Milan in Champions. Non si sa mai quello che può succedere, ma il calcio è imprevedibile“, conclude. D’altronde sognare non costa niente.