San Siro sì, San Siro no: nuovo capitolo. Si è svolto questa mattina un vertice in Comune tra il sindaco di Milano Beppe Sala e le delegazioni di Inter e Milan. Per la società nerazzurra presente l’ad corporate Alessandro Antonello, per quella rossonera il presidente Paolo Scaroni e il neo ad Giorgio Furlani. Una quarantina di minuti di faccia a faccia in cui il primo cittadino ha chiesto conto ai due club delle continue voci delle ultime settimane su un possibile ‘abbandono’ di San Siro per costruire uno stadio di proprietà in due location diverse. Come ha spiegato all’uscita l’ad nerazzurro Antonello “l’opzione principale rimane lo stadio di San Siro insieme al Milan, ma oggi il club rossonero ha comunicato ufficialmente l’interesse formale per l’area de La Maura“. Si tratta di una vasta area dove sorge attualmente l’ippodromo Snai che ospita le corse di trotto, di proprietà privata e situata in una posizione non troppo distante dall’attuale stadio Meazza. “Nelle prossime settimane saranno fatte le valutazioni del caso, poi ci rivedremo per capire se quella zona sarà oggetto di sviluppo o se si andrà avanti con il progetto originario”, ha spiegato ancora Antonello aggiungendo che “l’Inter è sempre stata coerente, se il Milan va a La Maura, abbiamo un piano B in un’altra area e non a San Siro. L’area è già stata individuata, ma non possiamo rivelarla. È fuori dalla città di Milano”.
L’eventuale abbandono di San Siro da parte di Inter e Milan, per le interminabili lungaggini burocratiche che stanno rallentando l’iter, sarebbe un duro colpo per il sindaco. “È chiaro che il vecchio San Siro non lo vuole nessuno: sarà un problema in più per il Comune. Ma un passo alla volta, ora aspettiamo queste 2-3 settimane e vediamo cosa deciderà il Milan”, ha detto il primo cittadino che non ha nascosto di essere “amareggiato da sindaco e da cittadino, ma era una cosa che avevamo ampiamente capito”. Sala ha quindi ricordato quella che è sempre stata la sua posizione, vale a dire che “il nuovo stadio se fatto vicino San Siro non poteva permettere l’esistenza del vecchio Meazza perchè per i cittadini di quell’area con 200 giorni di eventi sarebbe stato un disastro. Se lo facessero a La Maura il discorso cambia e saremmo costretti a trovare una destinazione non facile per San Siro ma ci lavoreremmo”. “Quello che ci lascia sorpresi è che stavamo procedendo insieme in questo progetto, ma quando c’è un cambio di proprietà ci possono essere visioni diverse. Noi abbiamo ben chiaro quello che dobbiamo fare”, ha dichiarato ancora Antonello con riferimento sempre allo ‘strappo’ del club di Gerry Cardinale. Il Milan si prenderà “due o tre settimane per fare le sue analisi sull’area, poi ci incontreremo di nuovo”, ha concluso. La ‘sorpresa’ dell’Inter viene in qualche modo rispedita al mittente dal Milan.
Fonti rossonere spiegano infatti a LaPresse che ancora nulla è stato deciso ma che l’unica certezza è che il nuovo stadio si deve fare, che sia a San Siro o altrove, perchè è nel piano industriale e rappresenta un punto vitale per poter tornare a competere ai massimi livelli internazionali. Insomma, l’ipotesi San Siro resta in piedi anche perchè su questo progetto sono già stati investiti tanti soldi. Ma allo stesso tempo, come una qualsiasi azienda responsabile, si sta lavorando ad un piano B sondando altri dossier. Non a caso da qualche tempo è stato potenziato il team che sta operando sullo stadio, con professionisti a livello globale e che stanno lavorando giorno e notte sul dossier. L’obiettivo è non andare oltre la primavera per una decisione definitiva: la prima soluzione in termini di fattibilità sarà quella che avrà il semaforo verde dalla proprietà. Per quanto riguarda l’eventuale cambio di programma, con la scelta per uno stadio tutto del Milan nell’area de La Maura, si fa notare che le linee guida saranno le stesse fin qui seguite anche per il nuovo San Siro: vale a dire costruire uno stadio che sia all’altezza delle esigenze e del blasone del club, che possa garantire ricavi e che sia tecnologicamente avanzato, moderno e sostenibile. Le prossime settimane saranno decisive, in un senso o nell’altro.