Il tribunale di Barcellona ha respinto la richiesta del calciatore brasiliano di essere liberato su cauzione

I giudici spagnoli hanno respinto la richiesta di Dani Alves di essere liberato su cauzione mentre proseguono le indagini sull’accusa di violenza sessuale mossa contro il calciatore brasiliano. Il tribunale di Barcellona ha stabilito che Alves è a rischio di fuga e deve rimanere in carcere durante le indagini. 

Alves è stato arrestato a gennaio dopo essere stato accusato di aver aggredito sessualmente una donna in un nightclub il 30 dicembre. L’uomo ha negato di aver commesso un reato e ha dichiarato che il rapporto sessuale con l’accusatrice era consensuale. Il giudice ha disposto il carcere senza cauzione dopo aver analizzato l’indagine iniziale delle autorità e aver ascoltato le testimonianze di Alves, della presunta vittima e di altri testimoni. Gli avvocati di Alves hanno presentato ricorso affermando che l’atleta avrebbe accettato di consegnare il suo passaporto e di indossare un dispositivo di localizzazione se fosse stato liberato. Alves si sarebbe inoltre presentato al tribunale e alle autorità con la frequenza richiesta, anche quotidiana, e non si sarebbe avvicinato a meno di 500 metri dall’accusatrice, dalla sua casa o dal luogo di lavoro.Il tribunale ha però stabilito che queste misure non sarebbero state sufficienti a impedire al giocatore di tentare potenzialmente la fuga, considerando che, se riconosciuto colpevole, rischia diversi anni di carcere. Il tribunale ha anche affermato che vi sono prove considerevoli che un crimine potrebbe essere stato commesso e che la ricchezza di Alves potrebbe rendere più facile il suo tentativo di fuga, indipendentemente dall’ammontare della cauzione. “Nulla impedirebbe ad Alves di lasciare la Spagna per via aerea, marittima o addirittura terrestre senza documenti e di raggiungere il suo Paese d’origine, dove potrebbe rimanere sapendo che non sarà consegnato alla Spagna nonostante i mandati d’arresto internazionali o gli ordini di estradizione”, ha affermato il tribunale.

Il Brasile non estrada i propri cittadini quando vengono condannati in altri Paesi. L’anno scorso un altro ex giocatore del Brasile, Robinho, è stato condannato a nove anni di reclusione per lo stupro di una giovane donna in Italia, ma è ancora libero in Brasile. Il 39enne Alves può ricorrere nuovamente in appello mentre il tribunale decide se istituire un processo. Secondo la legge spagnola sul consenso sessuale approvata l’anno scorso, la violenza sessuale comprende un’ampia gamma di reati, dall’abuso online ai palpeggiamenti fino allo stupro, ognuno dei quali prevede pene diverse. Un caso di stupro può ricevere una condanna massima di 15 anni. Alves ha vinto 42 titoli calcistici, tra cui tre Champions League con il Barcellona e due Copa America con il Brasile. L’anno scorso ha partecipato alla sua terza Coppa del Mondo in Qatar.

“Daniel Alves rimane innocente come lo era prima di questa sentenza”, ha dichiarato il team di difesa del calciatore in un comunicato, “Il suo desiderio di lasciare la Spagna e di sfuggire al processo non esisteva e non esiste“. 

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