Stangata per il club torinese: la corte d'appello Figc infligge una sanzione superiore a quella chiesta dalla procura. Due anni e mezzo di inibizione per Paratici, due per l'ex presidente Agnelli

La Corte d’appello della Figc ha inflitto 15 punti di penalizzazione alla Juventus, da scontare subito, in questa stagione, nel procedimento sportivo sulle plusvalenze, riaperto nella seduta odierna solo per i bianconeri, mentre sono stati prosciolti gli altri club per i quali la Procura federale aveva chiesto la revocazione dell’assoluzione arrivata nello scorso maggio. A chiedere la riapertura del procedimento era stato il procuratore federale Giuseppe Chiné sulla base delle carte dell’inchiesta Prisma della procura della Repubblica di Torino, chiedendo però solo 9 punti di penalizzazione: la sentenza è andata oltre la richiesta. La penalizzazione in classifica ha effetto immediato, fermo restando che la Juve può ricorrere contro la sentenza. Pertanto, i bianconeri scendono da 37 a 22 punti in classifica.
Sanzioni pesanti anche per i dirigenti: due anni di inibizione per Andrea Agnelli e Maurizio Arrivabene, 30 mesi per l’ex dirigente Juve, ora al Tottenham, Fabio Paratici, 16 mesi per il ds della Juventus Federico Cherubini. Infine, 8 mesi a Pavel Nedved, Enrico Vellano, Paolo Garimberti.

Nei confronti del club bianconero, la volontà della procura guidata da Chinè era quella di rendere l’eventuale sanzione ‘afflittiva’, portando quindi il club bianconero virtualmente fuori dalla lotta per un posto in Europa, e la sentenza è andata ancora di più in questa direzione. Nei confronti delle altre società coinvolte (Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara) erano rimaste invariate le richieste formulate dalla procura federale, quindi solo sanzioni pecuniarie, ma i club sono stati prosciolti.

All’udienza di oggi ha partecipato anche il nuovo presidente della Juventus, Gianluca Ferrero, in collegamento da Torino. Oltre ai legali, per il club bianconero c’era anche il ds Federico Cherubini. In collegamento Fabio Paratici. I legali del club bianconero, che ha già depositato una memoria difensiva, hanno puntato sull’inammissibilità del ricorso. “Nessuno degli elementi valorizzati dalla Procura federale dimostra l’esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori alle predette operazioni, con ciò rendendosi piena infondatezza dell’odierno ricorso”, ha sostenuto la difesa. Ma la Corte è stata di avviso opposto e ha inflitto una dura punizione ai bianconeri, che ora vedono allontanarsi l’Europa dovendo cominciare un nuovo campionato, di fatto lottando a metà classifica.

Legali Juventus: “Palese ingiustizia, confidiamo sia sanata”

Dura la reazione al provvedimento da parte dei legali della Juventus. “L’odierno accoglimento del ricorso per revocazione da parte delle Corte d’Appello Federale ci pare costituisca una palese disparità di trattamento ai danni della Juventus e dei suoi dirigenti rispetto a qualsiasi altra società o tesserato”, hanno scritto in una nota gli avvocati Maurizio Bellacosa, Davide Sangiorgio e Nicola Apa. Che aggiungono: “Attendiamo di leggere con attenzione le motivazioni per presentare il ricorso davanti al Collegio di Garanzia dello Sport, tuttavia evidenziamo, fin da ora, che alla sola Juventus e ai suoi dirigenti viene attribuita la violazione di una regola, che la stessa giustizia sportiva aveva ripetutamente riconosciuto non esistere. Riteniamo che si tratti di una palese ingiustizia anche nei confronti di milioni di appassionati, che confidiamo sia presto sanata nel prossimo grado di giudizio“.

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