Una partita che gli orobici sembrano poter gestire con più tranquillità, soprattutto dopo il gol in avvio del colombiano, ma che si è complicata soprattutto nella ripresa

Un gol per tempo e il passaggio del turno è cosa fatta. Anche se per avere ragione di un Venezia mai arrendevole Gasperini ha dovuto aspettare l’epilogo del match. L’Atalanta centra i quarti di finale di Coppa Italia – dove ad attenderla c’è la vincente di Napoli-Fiorentina – piegando i ragazzi di Zanetti con una ‘carezza’ di Muriel e la zampata nel finale in contropiede di Maehle. Una partita che gli orobici sembrano poter gestire con più tranquillità, soprattutto dopo il gol in avvio del colombiano, ma che si è complicata soprattutto nella ripresa, in parte per la reazione degli ospiti in parte per le tante occasioni sprecate dai nerazzurri. Alla fine però a far festa è la Dea, che si presenta nel migliore dei modi al big match di domenica sera in campionato contro l’Inter.

Gasperini non può contare sulla solita abbondanza tra squalifiche (Toloi, Ilicic, Malinovskyi), Covid e infortuni, su tutti quelli di Zapata e Gosens, così si affida alla formazione tipo con Muriel davanti e Pessina-Miranchuk a supporto. Viceversa Zanetti ricorre a un robusto turnover, rivolgendo l’attenzione alla sfida di campionato con l’Empoli. A centrocampo rientra Fiordilino, tra i pali tocca a Lezzerini, davanti agisce il tridente Johnsen-Kiyine-Okereke. La Dea parte forte, ma Lezzerini è voglioso di ben figurare e al 12′ si supera con un doppio intervento nel giro di pochi secondi, prima su Muriel poi su Pessina. In ogni caso l’equilibrio dura poco, perché un minuto dopo Freuler per vie centrali imbecca Muriel che con una finta elegante si sbarazza sia del suo marcatore che del portiere, sbloccando il risultato con una magia che il Var convalida dopo una lunga attesa per valutare un possibile intervento di braccio – e non di petto – del colombiano. La partita per i padroni di casa si mette in discesa, perché il Venezia è costretto ad aprirsi un po’ per cercare il pari, spazi in cui Muriel e Pessina vanno a nozze. La Dea però è un po’ imprecisa sotto porta, Pezzella manca il raddoppio al 19′, Koopmeiners spreca di testa subito prima dell’intervallo.

La fiera del gol sbagliato prosegue nella ripresa, quando Hateboer si invola in solitaria sulla fascia destra, su invito di Koopmeiners, ma spara alto. Differentemente dai primi 45 minuti però, complice l’ingresso di Henry per Okereke, i lagunari restano nel vivo del match e si presentano con più insistenza dalle parti di Musso. Al 5′ Crnigoj trova l’eurogol dell’1-1 da fuori area, ma l’arbitro annulla per posizione di offside di Henry, che si trova sulla traiettoria della sfera e vanifica la magia del compagno. Il gol viene cancellato ma lo spavento rimane, l’Atalanta così ritrova il filo dell’attenzione e si getta nuovamente in attacco con caparbietà, trovando il palo con un diagonale sporco di Pezzella. Al 23′ però Musso sbaglia un controllo elementare e per poco non la combina grossa, rimediando in chiusura su Henry, appostato come un falco e pronto ad approfittarne. Gli ospiti prendono coraggio e fiducia e chiudono in attacco mettendo pressione alla difesa nerazzurra, ma inevitabilmente si sbilanciano e al 43′ un errore di Schnegg mette in moto la staffetta Pasalic-Maehle, entrati nella ripresa, con il danese che firma il gol della sicurezza. E della qualificazione ai quarti.

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