A Christian Eriksen è stato impiantato un defibrillatore cardiaco a seguito dell’arresto cardiaco patito sabato scorso durante la gara tra Danimarca a Finlandia, valida per Euro 2020. “Vari esami cardiaci sono stati condotti con Christian. È stato quindi deciso che avrebbe dovuto ricevere un ICD (defibrillatore cardioverter impiantabile). La decisione è stata resa necessaria dopo che la fibrillazione ventricolare ha portato a un infarto”, ha affermato il medico del team danese Morten Boesen.
Sulle condizioni del trequartista danese è intervenuto anche l’ex medico della nazionale campione del mondo nel 2006, Enrico Castellacci. “Queste situazioni purtroppo possono accadere perché alcuni tipi di patologie non sono rilevabili con i test d’idoneità che normalmente si fanno. I test d’idoneità in Italia sono all’avanguardia, mi ricordo quando ci fu il caso Puerta in Spagna El Globo scrisse: probabilmente in Italia non sarebbe accaduto. Questo fa capire la serietà con cui vengono fatti i test d’idoneità in Italia. Partendo da questo presupposto, con i test d’idoneità evidentemente questa patologia non poteva essere rivelata”, ha spiegato il medico intervenuto nella trasmissione ‘Azzurro Italia’ su Cusano Italia Tv.
Sul possibile ritorno in campo Castellacci preferisce non dare false speranze. “Se dobbiamo essere onesti, dobbiamo dire che la sua carriera potrebbe essere compromessa. Se è una patologia che per i protocolli può permettere di riprendere a giocare ben venga, sarei veramente felice, qualora ciò non dovesse succedere la riflessione che dobbiamo fare è che in pochi minuti è passato dalla morte alla vita e questo ci deve far comunque sorridere. Blind? Lui gioca con un defibrillatore sottocutaneo, qualora avesse un’aritmia partirebbe questo defibrillatore per rinstaurare il ritmo sinusale, evidentemente dove gioca hanno ritenuto che questo sia sufficiente a non far rischiare niente al giocatore. Mi auguro che il buonsenso e la ratio medica prevalga sempre”.