Il presidente della Figc: "Non ho in programma incontri con i tre club"
Il rientro tra i ranghi di Juventus, Milan e Inter, i club italiani che avevano aderito alla Superlega, progetto nato e cestinato nel giro di 72 ore, dal punto di vista sportivo non produrrà conseguenze negative per le società ‘pentite’. Il terremoto causato dalle 12 squadre che hanno messo sotto scacco il calcio per tre giorni però porterà con sé strascichi sul piano dell’immagine e dei fragili equilibri all’interno stanze del potere. Ed è inevitabile che proprio il principale promotore della nuova lega europea insieme a Florentino Perez, Andrea Agnelli, finisca sul banco degli imputati per quello che a tutti gli effetti si è rivelato un fiasco.
Nonostante le accuse e gli ultimatum degli ultimi giorni la posizione dell’Uefa è sempre stata chiara: nessuna punizione, pecuniaria o sportiva (vedi esclusione dalle manifestazioni) per coloro che avrebbero fatto un passo indietro. “Ho detto ieri che è ammirevole ammettere un errore e questi club hanno commesso un grosso errore – ha dichiarato il numero uno Aleksander Ceferin in un comunicato – Ma ora sono tornati e so che hanno molto da offrire non solo alle nostre competizioni ma a tutto il calcio europeo. La cosa importante ora è che andiamo avanti, ricostruiamo l’unità di cui godeva il gioco prima di questo e andiamo avanti insieme”. L’Esecutivo straordinario in programma venerdì non dovrebbe regalare sorprese. In Italia anche il presidente della Figc Gabriele Gravina ha teso la mano a Juve, Milan e Inter. “Non ho in programma incontri con i vertici dei tre club. Lunedì c’è il consiglio federale, non ci sono forme di processi o condanne o di vendette trasversali – ha sottolineato parlando a margine della presentazione dell’Euro 2020 Trophy Tour – Sanzioni? No, assolutamente non si puo sanzionare un’idea che non si è concretizzata”. Dopo il muro contro muro degli ultimi due giorni, auspica un atteggiamento costruttivo per affrontare i temi del futuro anche l’ad del Sassuolo Giovanni Carnevali. “Dobbiamo guardare avanti, quello che è successo è successo – ha evidenziato ai microfoni di Sky Sport – Non dobbiamo portare rancore ma cercare di trovare una soluzione per migliorare questo sistema”.
Resta il fatto che dal punto di vista dell’immagine la spaccatura tra i tre club e il resto della Serie A (e dei tifosi) è evidente, per un progetto che non ha convinto nessuna delle componenti. Il voltafaccia di Milan, Juventus e Inter rischia di alterare i rapporti di forza in Lega Calcio e in Figc, dove Beppe Marotta occupa un posto di consigliere federale e Paolo Scaroni quello di Consigliere di Lega. Poltrone che potrebbero essere messe in discussione nelle prossime settimane. Ha già perso quella da numero uno dell’Eca invece Andrea Agnelli, che da leader dell’Assocazione europea dei club e membro di peso dell’Esecutivo Uefa nel giro di pochi giorni si è trasformato nel principale nemico di Aleksander Ceferin, il vero vincitore della corrida tra Uefa e i 12 club dissidenti. Il fallimento politico del numero uno della Juventus rischia di avere ripercussioni anche in casa. Da Torino smentiscono i rumors su possibili dimissioni, ma la Vecchia Signora nel giro di pochi mesi dopo una tirannia di nove anni ha perso competitività sul campo e nei salotti dove si prendono le decisioni che contano. Un flop che fa tremare anche uno dei presidenti più vincenti nella storia del club.
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