La regione Lazio contraria, Zingaretti: "Sbagliato ipotizzare apertura al 25% di capienza"
Posti a sedere assegnati personalmente, distanziati, e spettatori muniti di mascherina. E' la proposta di linee guida per la partecipazione del pubblico agli eventi ed alle competizioni sportive elaborata dalla Conferenza delle Regioni. “Oggi abbiamo elaborato e approvato un documento di proposta al Governo per l’adozione di linee guida per la partecipazione del pubblico agli eventi ed alle competizioni sportive ed uno per la ripresa degli sport di contatto”, lo ha dichiarato il Vicepresidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Giovanni Toti, che oggi ha presieduto la riunione. “Si tratta di testi che rappresentano un importante contributo per la ripresa delle diverse attività sportive. Il mondo dello sport ha sofferto, come altri settori, di un fermo prolungato dovuto alla gestione della pandemia. Ora occorre riattivare l’intero settore sportivo, puntando su una presenza limitata di pubblico e sul massimo livello di prevenzione", aggiunge.
Non è d'accordo il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Dopo l’appello dell’Associazione Nazionale dei Presidi che solo ieri ha richiamato il senso di responsabilità di studenti e genitori invitandoli ad usare sempre mascherine e distanziamento agli ingressi e le uscite delle scuole, evitando gli assembramenti, ritengo sbagliato oggi, anche solo ipotizzare la riapertura degli stadi fino al 25% della loro capienza creando quindi assembramenti che possono raggiungere il numero di migliaia di persone. Stamattina il delegato della Regione Lazio ha abbandonato la Conferenza delle Regioni perché in disaccordo con questa ipotesi – ha dichiarato in una nota – Non c’entra niente lo sport o il calcio, ma mantenere un minimo di logica e coerenza nelle scelte che si fanno per garantire la sicurezza degli italiani”.
Le parole del ministro Speranza
"La scuola e’ una priorità assoluta. Non credo, lo dico con tutto il rispetto e da grande tifoso, che gli stadi abbiano la stessa priorità. Anch’io sono un appassionato di calcio e vorrei riportare mio figlio allo stadio dove siamo abbonati, in tribuna Tevere per seguire la Roma, ma voglio prima di tutto che mio figlio vada a scuola, che possa incontrare i suoi compagni e gioire dei momenti di socializzazione che la scuola offre. Allora, ristabiliamo un ordine: in questo momento la priorità assoluta è la scuola. Serve tempo per capire la reazione che c’è stata nel paese da un punto di vista epidemiologico con la riapertura. La misureremo e poi valuteremo passo dopo passo”. Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, ai microfoni di Rai Radio2. Il ministro è intervenuto nel programma ‘Non è un paese per giovani” con Massimo Cervelli e Tommaso Labate. E alla domanda diretta dei conduttori, “qualora passasse l’indicazione di ripopolare i grandi stadi ed essendo lei un tifoso, porterebbe suo figlio sugli spalti”? Speranza ha risposto: “Non porterei mio figlio di 7 anni allo stadio perché credo ci sia bisogno di cautela. Da papà’ in questo momento mi sento di evitarlo, aspetterei”. Ed ancora, “stamattina la commissaria europea alla salute ha detto in conferenza stampa parole serie che non possono essere sottovalutate. Cioè che in Europa ricomincia ad esserci un problema. Ci sono paesi europei che stanno peggio ora di come stavano a febbraio, marzo. Serve tenere ancora molto alto il livello d’attenzione. Il rischio zero non esiste: noi stiamo cercando di trovare tutte le condizioni per abbassare il più possibile il rischio. Rischio zero vorrebbe dire un nuovo lockdown, ma questo non si può più fare, abbiamo bisogno che il paese riparta”, ha concluso il ministero della Salute.
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